La sera dei risultati del voto in Francia, domenica 7 luglio 2024, mentre gli altri canali di informazione sono in diretta no-stop, «il canale all news del servizio pubblico decide di aprire alle 22 sul festival Città Identitarie, ideato da Edoardo Sylos Labini. RaiNews24 non aveva mai toccato il fondo in questo modo, mai aveva abdicato così alla sua missione informativa in occasione di un appuntamento elettorale così importante», scrive in una nota il cdr della testata Rai sottolineando di sentirsi «indignato». «Un tempo - prosegue la nota - la nostra testata metteva in campo tutte le risorse per garantire un servizio impeccabile all'utenza, in occasioni simili. Chiediamo al direttore come sia possibile prevedere un approfondimento diverso quando tutte le tv del Continente hanno gli occhi puntati sulle elezioni d'Oltralpe. Verrebbe da pensare che alla debacle della destra il direttore preferisca non dedicare troppo spazio. Petrecca ritiene opportuno, in una serata come questa, dare spazio a un evento non scevro da interessi e legami personali. Una scelta che qualifica la deriva che ha preso da tempo la testata e per la quale ci sentiamo indignati».
Sulla questione è intervenuta anche l’Usigrai con una nota diffusa lunedì 8 luglio: «Sui risultati delle elezioni francesi il Servizio Pubblico non ha fatto nulla per dare conto tempestivamente su quanto stava avvenendo di un voto che parla direttamente al futuro dell'Europa. Mentre Mediaset e La7 – proseguono i rappresentanti sindacali -hanno scelto una programmazione ad hoc per raccontare da subito l'esito del voto, la Rai non si è preoccupata minimamente delle elezioni francesi. I tg di prima serata hanno lasciato pressoché invariata la scaletta tra un servizio sul caldo e uno di cronaca nera, e durante l'access e il primetime vengono trasmessi Techetecheté e un programma di musica su Raiuno, un film su Raidue, e una replica di Report su Raitre ma su tutt'altro. Per non dire di Rainews24, il canale all news della Rai che, contrariamente al suo mandato editoriale, decide di aprire alle 22.00 di ieri non con la Francia ma con il festival "Città Identitarie" ideato da Edoardo Silos Labini. Questione che il Cdr ha posto duramente al Direttore che, invece di dare spiegazioni, ne chiede alla rappresentanza sindacale minacciando denunce. Solo il Giornale Radio è andato subito in onda con uno spazio programmato da tempo».
L’Usigrai conclude con una considerazione: «Siamo di fronte, da tempo, a una significativa riduzione degli spazi di informazione, tradizionalmente gestiti dalle testate giornalistiche del Servizio Pubblico; anche da questa scelta sta passando un cambio di narrazione che danneggia la Rai e i cittadini».
Il direttore di RaiNews24 Paolo Petrecca ha affermato che «era concordato da diversi giorni uno speciale elezioni francesi di Rainews24 che puntualmente è andato in onda. Per quanto riguarda l'apertura del tg delle 22 sul festival delle città identitarie è stata una libera scelta del Vicedirettore di turno», ha aggiunto il direttore, che si è detto «rammaricato per i continui attacchi personali, in questo caso oltre i limiti della decenza».
Il Cdr di RaiNews24 ha a sua volta replicato specificando di non aver messo in atto «nessun attacco strumentale al direttore Petrecca, ma la richiesta di spiegazioni in merito all'apertura del tg delle 22 di ieri sul festival di CulturaIdentità a Pomezia (l'affaccio delle 22 durato ben 8 minuti, seguito da altri collegamenti) e non invece sulle elezioni in Francia alle quali guardava tutto il mondo. Pomezia batte Parigi sulla notiziabilità».
Il Cdr evidenzia poi quanto accaduto: «La copertura sulla Francia c'è stata in modo dedicato solo dalle 20 alle 21, mentre editori concorrenti vi dedicavano più tempo, spazio e dettagli Petrecca fa lo scaricabarile sul vicedirettore di turno per la responsabilità di una scelta che confligge certamente con la gerarchia delle notizie e con il diritto del pubblico di essere adeguatamente informato. Ricordiamo a Petrecca che il direttore della testata è comunque responsabile sempre e non ad ore, mentre invece in una occasione così importante aveva lasciato la redazione per essere appunto personalmente a Pomezia. Quest'ultimo aveva già dimostrato di tenere in modo particolare all'evento presentandolo a Montecitorio insieme a un deputato di Fratelli d'Italia grande sponsor di questa iniziativa patriottica. Il direttore dovrebbe anche spiegare perché siano spariti ospiti previsti per commentare l'esito del voto francese nella fascia tra le 21 e le 23 svilendo così anche il lavoro della redazione esteri che si era prodigata per offrire un'ampia offerta informativa, inviati compresi».
I rappresentanti sindacali concludono la nota dicendosi «basiti per le minacce di denuncia al Cdr e di una diffida per questa rappresentanza sindacale all'Odg. Nella sua nota pubblica dice che abbiamo 'messo in relazione stimati professionisti con la vita privata del direttore', quando noi non abbiamo fatto cenno alla vita privata del direttore, bensì abbiamo scritto di 'interessi e legami personali'. Sarà il cdr, che ricordiamo è stato votato democraticamente e a grande maggioranza dalla redazione, a ricorrere a garanzia della sua onorabilità e funzione in tutte le sedi competenti».