«Grande apprezzamento per le parole pronunciate durante il corso di formazione organizzato dell'Usigrai sul tema del diritto di cronaca negli eventi sportivi dal presidente dell'Agcom, Giacomo Lasorella. Un tema difficile e un equilibrio non facile, ma l'attenzione del presidente Lasorella è un importante punto di partenza». Lo riferisce il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani.
«In questo spirito costruttivo - prosegue -, gli chiederò un incontro per portagli una proposta: un tavolo di confronto trimestrale per valutare il rispetto delle indicazioni dell'Autorità, e quindi il ripristino del completo diritto di cronaca negli stadi».
Ma il corso di formazione è anche l'occasione per un vivo confronto tra il presidente Di Trapani e l'ad della Lega Serie A, Luigi De Siervo.
Per il dirigente sportivo, «in Italia abbiamo il diritto di cronaca più esteso al mondo. La mia proposta potrebbe essere ridurlo. Noi facciamo il nostro mestiere: dobbiamo guadagnare e non possiamo perdere. Il nostro lavoro è riprendere le partite e non quello che accade sugli spalti. Non siamo un servizio pubblico. Durante il Covid il calcio ha avuto zero e con il pezzotto paghiamo già danni della pirateria. Negli stadi già ci sono le potentissime telecamere del ministero dell'Interno e i cellulari di tutti gli spettatori. Abbiamo preso un impegno: tutte le immagini in nostro possesso saranno messe a disposizione, ma in diretta non le mando».
La replica di Di Trapani: «Il diritto di cronaca non è la possibilità di scegliere le immagini nel vostro girato, il diritto di cronaca è la libertà editoriale. Non avete mostrato lo striscione che invocava unità contro il Covid nel febbraio 2020, qual era la paura? Metteva a rischio la democrazia? Lo striscione pro Zaki non lo avete inquadrato. Per non disturbare i diritti all'estero e in Egitto? Faccio una proposta: in Agcom apriamo un tavolo trimestrale di confronto per valutare se queste aperture producono gli effetti sperati, ovvero il ripristino di un completo diritto di cronaca negli stadi oppure no. Per me le telecamere del ministero dell'Interno non risolvono il problema, ma questo lo chiederò all'Agcom ogni tre mesi».