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Il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci (Foto: ImagoEconomica/Fnsi)
Usigrai 24 Ott 2025

Usigrai: «Vogliamo conoscere le motivazioni della multa a Report»

I rappresentanti sindacali: «Non fornire all'opinione pubblica le ragioni per le quali» il Garante della Privacy ha sanzionato «un servizio di inchiesta giornalistica che ha restituito ai cittadini la conoscenza dei fatti relativi alle decisioni dell'ex ministro della cultura Sangiuliano in relazione alla mancata nomina della signora Maria Rosaria Boccia a un incarico ministeriale, rappresenta una grave menomazione della verità dei fatti».

«Vogliamo conoscere le motivazioni della sanzione a Report. È una questione di interesse pubblico. Il comunicato dell'ufficio stampa del Garante per la Privacy non può bastare. Non fornire all'opinione pubblica le ragioni per le quali si sanziona un servizio di inchiesta giornalistica che ha restituito ai cittadini la conoscenza dei fatti relativi alle decisioni dell'ex ministro della cultura Sangiuliano in relazione alla mancata nomina della signora Maria Rosaria Boccia a un incarico ministeriale, rappresenta una grave menomazione della verità dei fatti». Lo chiede, in una nota diffusa venerdì 24 ottobre 2025, l'Esecutivo dell'Usigrai in merito alla multa da 150mila euro inflitta dall'Autorità alla Rai per la messa in onda, nel programma di Sigfrido Ranucci, dell'audio di una telefonata tra Sangiuliano e la moglie Federica Corsini.

L’Usigrai prosegue: «Sulla vicenda lo stesso Sangiuliano aveva fornito in un'intervista al Tg1 una versione diversa da quella che l'ascolto della conversazione tra lui e la moglie permetteva di ricostruire e, pertanto, ai fini giornalistici e del diritto/dovere di informare non può che considerarsi essenziale l'ascolto della conversazione stessa. Ove vi fosse dubbio, sono le stesse regole deontologiche relative al trattamento dei dati personali nell'esercizio dell'attività giornalistica che chiariscono come la divulgazione di notizie di rilevante interesse pubblico o sociale non contrasti con il rispetto della sfera privata quando l'informazione, anche dettagliata, sia indispensabile in ragione dell'originalità del fatto o della relativa descrizione dei modi particolari in cui è avvenuto, nonché della qualificazione dei protagonisti. Non si capisce dunque, senza conoscere le motivazioni, a quali principi si sia affidato il Garante per comminare la multa alla Rai e, in sostanza, per sanzionare il lavoro che i giornalisti svolgono proprio nell'interesse pubblico. La privacy - conclude l’organismo sindacale di base - non diventi un modo per togliere ai cittadini il diritto di sapere». (anc)

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