«Martedì, in consiglio di amministrazione, proporrò che la Rai intervenga formalmente presso la Fieg perchè si riapra un costruttivo tavolo di trattative con il sindacato, non rinunciando, in caso di rinnovata e irresponsabile chiusura della Federazione, e di rinnovato e irresponsabile silenzio da parte del governo, a stabilire contatti diretti con i dirigenti della Fnsi».
Lo afferma in una nota Sandro Curzi, consigliere di amministrazione della Rai, secondo il quale occorre «individuare subito una concreta via d'uscita da una vertenza che non è interesse di nessuno, tanto meno del servizio pubblico o del Paese, mantenere in uno stato di sterile e autolesionistico braccio di ferro». Del resto, sostiene Curzi, «l'azienda ha una lunga tradizione di buoni rapporti con i propri sindacati interni, a cominciare dall'Usigrai, e può e deve svolgere anche una funzione trainante, anzichè trainata, in una vertenza dai risvolti e dalle ricadute molto importanti sul piano sociale e democratico». «La Rai -sottolinea- non può rimanere inerte e silenziosa, senza un ruolo e senza alcuna capacità di iniziativa, anche solo a fini di mediazione e di contributo chiarificatore, sulla vertenza dei giornalisti e sullo sciopero di categoria che per due giorni blocca ancora una volta i giornali, le agenzie, i telegiornali e i radiogiornali che assicurano al Paese il naturale flusso quotidiano di informazioni, alimento essenziale di ogni società democratica». «Di fronte alle gravi ragioni che inducono i giornalisti italiani a manifestare contro le chiusure contrattuali e il revanscismo padronale degli editori, determinati a mettere in discussione le forme più elementari di tutela e di esercizio del diritto al lavoro in questo delicato settore, il servizio pubblico radiotelevisivo -sostiene Curzi-, che è anche la più importante società datrice di lavoro giornalistico, ha il dovere e il diritto di contare di più nella definizione della linea degli editori, e di assumere a questo punto una propria iniziativa, che serva anche a sbloccare una situazione che rischia di incartarsi su se stessa». (Adnkronos)