CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Contratti 11 Dic 2005

Curzi: "Se necessario, la Rai tratti direttamente con la Fnsi"

«Martedì, in consiglio di amministrazione, proporrò che la Rai intervenga formalmente presso la Fieg perchè si riapra un costruttivo tavolo di trattative con il sindacato, non rinunciando, in caso di rinnovata e irresponsabile chiusura della Federazione, e di rinnovato e irresponsabile silenzio da parte del governo, a stabilire contatti diretti con i dirigenti della Fnsi».

«Martedì, in consiglio di amministrazione, proporrò che la Rai intervenga formalmente presso la Fieg perchè si riapra un costruttivo tavolo di trattative con il sindacato, non rinunciando, in caso di rinnovata e irresponsabile chiusura della Federazione, e di rinnovato e irresponsabile silenzio da parte del governo, a stabilire contatti diretti con i dirigenti della Fnsi».

Lo afferma in una nota Sandro Curzi, consigliere di amministrazione della Rai, secondo il quale occorre «individuare subito una concreta via d'uscita da una vertenza che non è interesse di nessuno, tanto meno del servizio pubblico o del Paese, mantenere in uno stato di sterile e autolesionistico braccio di ferro». Del resto, sostiene Curzi, «l'azienda ha una lunga tradizione di buoni rapporti con i propri sindacati interni, a cominciare dall'Usigrai, e può e deve svolgere anche una funzione trainante, anzichè trainata, in una vertenza dai risvolti e dalle ricadute molto importanti sul piano sociale e democratico». «La Rai -sottolinea- non può rimanere inerte e silenziosa, senza un ruolo e senza alcuna capacità di iniziativa, anche solo a fini di mediazione e di contributo chiarificatore, sulla vertenza dei giornalisti e sullo sciopero di categoria che per due giorni blocca ancora una volta i giornali, le agenzie, i telegiornali e i radiogiornali che assicurano al Paese il naturale flusso quotidiano di informazioni, alimento essenziale di ogni società democratica». «Di fronte alle gravi ragioni che inducono i giornalisti italiani a manifestare contro le chiusure contrattuali e il revanscismo padronale degli editori, determinati a mettere in discussione le forme più elementari di tutela e di esercizio del diritto al lavoro in questo delicato settore, il servizio pubblico radiotelevisivo -sostiene Curzi-, che è anche la più importante società datrice di lavoro giornalistico, ha il dovere e il diritto di contare di più nella definizione della linea degli editori, e di assumere a questo punto una propria iniziativa, che serva anche a sbloccare una situazione che rischia di incartarsi su se stessa». (Adnkronos)

@fnsisocial

Articoli correlati