Mai come quest’anno, in questo primo scorcio di secolo, l’8 marzo ci ha colto nel pieno di vere e proprie emergenze. Le battaglie per i diritti sono sempre più urgenti, la crisi sta espellendo le donne non solo dal mercato del lavoro ma anche dai mai del tutto conquistati spazi di dignità cui ha diritto qualsiasi essere umano, le elezioni regionali e lo scenario politico che l'informazione vive e riporta ci impongono di tornare ad occuparci di un tema che la Commissione pari opportunità della Fnsi ha seguito negli anni e che continua a essere al centro della nostra azione, cioè quello della rappresentanza politica.
Non si cambia un paese, non lo si rende più vicino alle donne e al garantire le pari opportunità, se le donne non sono nei luoghi dove si decide; e ciò vale sia per la politica che per l'informazione senza per questo dover rivendicare quote rosa, condannando le donne al ghetto della percentuale garantita. Alle donne va data adeguata rappresentanza in base al loro numero e alla loro capacità di essere protagoniste e questo si ricollega alla nostra battaglia perché si tolgano i veli sulle disparità di carriera e di salario. Non ci nascondiamo che come qualche presenza rosa nelle liste è solo una prima parziale risposta alle necessità di avere un paese più equo mentre il gossip sulle donne scelte a correre per la rappresentanza politica rischia di cancellare la discussione su quanto le donne fanno, ogni giorno, contribuendo alla crescita della società. Lo fanno, per quanto ci riguarda, nelle redazioni o comunque davanti ad un computer o con una telecamera in mano.
Lucia Visca, presidente Cpo Fnsi, e Donatella Alfonso, coordinatrice Cpo Fnsi