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Contratti 19 Mar 2006

Coordinamento associazioni per un sindacato di servizio: "Edicole senza quotidiani e nell'urna anche la scheda dei giornalisti per un'informazione libera e autonoma "

Ci hanno provato in tutti i modi a fare fallire lo sciopero. E sono stati "accontentati": molte edicole hanno chiuso in anticipo per l'impossibilità di vendere giornali, perché i giornali in edicola non c'erano, a parte alcuni noti per essere stati realizzati, come in passato, da direttori, capiredattori, colleghi sfruttati e ricattabili con i contratti a termine.

Ci hanno provato in tutti i modi a fare fallire lo sciopero. E sono stati "accontentati": molte edicole hanno chiuso in anticipo per l'impossibilità di vendere giornali, perché i giornali in edicola non c'erano, a parte alcuni noti per essere stati realizzati, come in passato, da direttori, capiredattori, colleghi sfruttati e ricattabili con i contratti a termine.

Il giudizio sul primo sciopero in campagna elettorale (sabato 25 tocca all'emittenza nazionale pubblica e privata) è positivo e l'adesione, la riuscita, è stata addirittura migliore delle previsioni trasferendo nelle redazioni il clima e la volontà dei 400 delegati sindacali presenti venerdì a Roma che, all'unanimità, hanno dato il loro assenso a questo tipo di lotta. Gli editori hanno ricevuto un messaggio chiaro, ancora più chiaro il mondo politico con le sue ondivaghe posizioni sul tema informazione sia nel centrodestra, sia nel centrosinistra. E nell'"urna" ci saranno altre iniziative di lotta. Nonostante ci sia stato chi ha portato in edicola un giornale a 50 centesimi, sostenendo con un fondo del direttore di volere protestare contro la Fieg e la Fnsi perché prigioniere di posizioni dure ed estreme. Nonostante ci siano stati colleghi di alcune cooperative che hanno scelto di uscire per "sfruttare" l'assenza del 98% degli altri giornali, senza spesso rendersi conto di essere loro le prime vittime delle strategia editoriali che usano queste coop come società di ripiego o come service per quotidiani nazionali per avere edizioni locali a costo ridotto. Il primo voto dei giornalisti è stato per l'informazione, il diritto alle regole, ai contratti, alla tutela della dignità professionale ed economica del lavoro autonomo. Ne tenga conto il mondo politico, di entrambi gli schieramenti, riflettano gli editori che sino a venerdì dicevano "i giornalisti non sono in grado non solo di scioperare, ma nemmeno di deciderlo uno sciopero". Bocciati!

@fnsisocial

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