La Federazione Nazionale della Stampa Italiana, l’Associazione della Stampa Siciliana, la Sezione di Palermo della stessa associazione ed il cdr del Giornale di Sicilia comunicano: “L’editore e la Direzione del Giornale di Sicilia, hanno confermato martedì e mercoledì scorsi la gravissima decisione di consentire la pubblicazione del giornale durante due giorni di sciopero proclamati dalla Fnsi a sostegno della difficile vertenza per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro.
La Direzione ha motivato tale decisione sostenendo di avere deciso di accettare la proposta di un gruppo di redattori che intendevano lavorare contestando le ragioni dello sciopero. Ebbene si sappia che le ragioni sono ben altre e che l’azienda persegue ormai chiaramente l’obiettivo di smantellare innanzitutto il sindacato aziendale e di delegittimare il sindacato territoriale. Sono state adottate decisioni inequivocabili in tal senso e perfino l’iniziativa di buona volontà di un gruppo di colleghi si è scontrata con una condizione inaccettabile. Dirigenti redazionali del giornale hanno candidamente dichiarato che l’inizio di ogni mediazione poteva passare solo dalle dimissioni del cdr. Questa è la verità di una vertenza che ormai, per esclusiva responsabilità dell’azienda, ha assunto toni estremi e senza precedenti al punto che mercoledì pomeriggio è stato impedito l’accesso dei colleghi in sciopero che intendevano svolgere un’assemblea nei locali del giornale. Richiesta avanzata da una rappresentanza del Sindacato guidata dal Segretario Generale della Fnsi. Al collega Serventi Longhi, venuto a Palermo proprio per sostenere la battaglia dei giornalisti, è stato di fatto rifiutato anche un incontro con la Direzione. Si sappia allora che i giornalisti del Giornale di Sicilia che hanno aderito allo sciopero sono la stragrande maggioranza della redazione e che soltanto un quinto di essa ha deciso di non scioperare contribuendo alla redazione del giornale insieme con uno sparuto gruppo di contrattisti.. Si sappia anche che il Comitato di redazione e la sezione di Palermo dell’assostampa hanno proceduto ad attivare tutti gli strumenti a tutela degli interessi e dei diritti della redazione sia sul piano sindacale che sul piano legale. Attivazione che ha già portato il condirettore responsabile e il redattore capo centrale davanti a un magistrato della Procura che li ha sentiti sulla base di un esposto presentato dai rappresentanti dei giornalisti che hanno chiesto alla magistratura di verificare come sia possibile realizzare in venti persone (precari compresi) un giornale che quotidianamente viene confezionato da una redazione di settanta giornalisti. Così come è già stata notificata al Direttore l’intenzione di ricorrere ai sensi della normativa che configura il reato di attività antisindacale per il rifiuto di consentire lo svolgimento dell’assemblea nei locali aziendali. Assemblea che si è comunque svolta per strada e che ha confermato la piena fiducia della redazione al suo organismo sindacale di base e a tutto il sindacato. Sappiano l’editore e la Direzione del Giornale di Sicilia che la redazione del quotidiano gode dell’appoggio concreto di tutto il sindacato dei giornalisti italiani che attribuisce a questa battaglia valore nazionale. Sotto questo profilo i giornalisti del Giornale di Sicilia stanno lottando in nome di tutti i colleghi italiani”. Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Il documento congiunto dell’Associazione della Stampa Siciliana, della Sezione di Palermo e il Comitato di redazione del Giornale di Sicilia, sottoscritto a livello nazionale dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, risponde in maniera chiara anche ad una nota diffusa dalla Fieg e pubblicata ieri dallo stesso giornale. Il Sindacato dei giornalisti ha sempre ricercato il dialogo di fronte a comportamenti spesso non corretti delle imprese. Al Giornale di Sicilia abbiamo contestato la decisione della direzione di pubblicare il giornale nonostante la grande maggioranza dei redattori fosse in sciopero. Nessuna aggressione, quindi, nei confronti di chi ha deciso di lavorare e dell’azienda. Non è colpa certo del Sindacato se l’editore da mesi non accetta nemmeno di incontrare il Comitato di redazione”. h