La decisione di rimodulare l'offerta informativa della Tgr mediante la cancellazione delle edizioni notturne dei Tg regionali «è antisindacale perché avvenuta senza la preventiva consultazione del competente organismo sindacale ex art. 21 dell'Accordo Integrativo Rai-Usigrai» nella parte in cui prevede che "La Direzione aziendale consulterà preventivamente l'Esecutivo dell'Usigrai sui problemi più importanti delle politiche generali della Rai ed in particolare sulla determinazione dei palinsesti, sui piani editoriali e sull'organizzazione del lavoro".
Così recita il decreto, a firma del giudice Antonio Tizzano, con il quale il Tribunale di Roma, in funzione di giudice del lavoro, ha condannato il 12 marzo 2022 l'azienda per comportamento antisindacale in merito alla vicenda del taglio della terza edizione dei Tg regionali a far data dal 9 gennaio 2022.
Secondo il giudice, «il comportamento antisindacale dell'azienda appare palese» dal momento che «la cancellazione delle edizioni notturne dei Tg regionali – si legge ancora nel decreto – non è stata preceduta né dalla consultazione preventiva prevista dall'articolo 21 dell'Accordo Integrativo Rai-Usigrai né dall'informativa prevista dall'articolo 34 del Cnlg».
Così facendo l'azienda non ha consentito ai rappresentanti dei lavoratori «di procedere ad un esame adeguato dei dati e delle notizie fornite dall'azienda e di partecipare, proficuamente, al confronto sui temi controversi» e «tanto basta – rileva ancora il giudice – a ravvisare nella condotta della Rai la lesione concreta degli interessi collettivi» di cui sono portatrici le organizzazioni sindacali, cui è stata negata in pratica «la possibilità di esprimere il proprio punto di vista e di incidere nel processo di formazione della volontà aziendale a tutela degli interessi e dei diritti dei lavoratori delle redazioni regionali coinvolte».
A presentare ricorso, su sollecitazione dell'Usigrai d'intesa con la Fnsi, l'Associazione Stampa Romana, competente per territorio, che assistita dai legali Bruno Del Vecchio e Francesco Bronzini, ricostruisce la vicenda a partire dall'annuncio della rimodulazione dell'offerta informativa da parte dell'Ad in commissione di Vigilanza il 24 novembre 2021.
«Non v'è dubbio – osserva il giudice – che l'aver annunciato pubblicamente, in una sede istituzionale, la cancellazione delle edizioni notturne dei Tg Regionali posponendo l'avvio della procedura di consultazione delle parti sindacali ha impedito un reale confronto» e, esautorando il diritto di informazione e consultazione del sindacato, «ha inciso sulla sua immagine e sul rispetto della sua funzione, vulnerati dall'inosservanza delle regole che ne garantiscono l'esercizio», mortificando inoltre il ruolo della consultazione, «ridotto da strumento diretto a favorire un dialogo tra le parti e la presentazione di proposte costruttive, a mera presa d'atto di determinazioni editoriali già definite in tutti i loro aspetti».
Condannando l'azienda a pagare le spese del procedimento, il giudice rivolge quindi alla Rai l'ordine di «avviare la preventiva consultazione secondo le modalità previste dalla norma citata nonché di assicurare l'informativa prevista dall'articolo 34 del CNLG» ai Comitati di redazione «prima dell'adozione della decisione di modifica del palinsesto di programmazione aziendale» e di pubblicare, a propria cura e spese, il decreto di condanna sulle pagine nazionali dei quotidiani Repubblica, Corriere della Sera e Il Sole 24 ore.
Di seguito il decreto del Tribunale di Roma – IV sezione Lavoro.