Il Sigim, Sindacato giornalisti marchigiani, lancia l’allarme a tre giorni dalla chiusura delle redazioni del Messaggero di Pesaro e Ascoli Piceno: “Un pezzo di storia del territorio che se ne va, per risibili esigenze di contenimento costi, in ossequio a un piano di ristrutturazione che per le Marche non ha nulla di positivo né di propositivo”, commenta l’Associazione regionale di stampa.
“Si chiudono due redazioni, si allentano legami, anche fisici, con le città, si
toglie – prosegue la nota pubblicato sul sito del Sigim – un punto di
riferimento a cittadini e istituzioni. Un’operazione di cortissimo respiro, che
segue la precedente e altrettanto dolorosa chiusura di Macerata”.
“Ora i 4 colleghi rimasti in forza alla redazione di Pesaro (3 art. 1 e 1 part
time) e 2 dei 3 colleghi in forza alla redazione di Ascoli si trasferiranno ad
Ancona dove continueranno a fare lo stesso lavoro di prima, ovvero le cronache
di Pesaro e di Ascoli: in quest’ultimo caso con un’incognita in più, visto che
il capo della redazione di Ascoli assumerà pari incarico a Terni. Non solo: la
copertura della nuova foliazione alimenta molti dubbi già prima di partire,
anche alla luce del rapporto pagine-giornalisti da tempo sbilanciato”, si legge
ancora nel comunicato.
“Nei giorni scorsi i vertici del Sigim – spiega il sindacato regionale – hanno
voluto portare la solidarietà del sindacato alle redazioni di Ascoli e Pesaro e
hanno verificato sul campo la totale inconsistenza e irragionevolezza delle
decisioni della Caltagirone Editore: per risparmiare circa 35.000 euro annui di
spese (tra affitti, riscaldamento e luce), la società ne spenderà
immediatamente di più (un mese e mezzo lordo di stipendio a 6 persone e
relative indennità di trasloco) costringendo 6 colleghi (e 6 famiglie) a
sopportare l’onere e le conseguenze di un trasferimento assurdo per fare a 100
km di distanza lo stesso identico lavoro di prima. Senza contare le spese di
ripristino degli uffici richieste dai locatori. C’è una logica in questa
modalità imprenditoriale, che agisce sempre e solamente sul fronte del supposto
contenimento costi e mai si propone target credibili di aumento dei ricavi?”
Domanda retorica. “Il Sigim – rileva il segretario regionale Giovanni Rossi –
fatica a vederla e anzi pubblicamente denuncia la spirale perversa in cui la
Caltagirone Editore ha calato la testata: prima il ‘panino’ con il Corriere
Adriatico con l’unico risultato di perdere il 40% delle copie regionali, ora la
chiusura di Ascoli Piceno e Pesaro, poi chissà cos’altro, se l’andazzo è
questo. Ovvero produrre a distanza le stesse edizioni di prima, in un desk che
lavorerà con numeri compressi e peraltro neppure espressamente indicati dal
piano di crisi al ministero del Lavoro che il Sigim si è rifiutato di
sottoscrivere”.
“In questo quadro del tutto negativo – prosegue la denuncia del Sigim –
stupisce anche la mancanza di iniziativa dei territori che nulla - in concreto
- hanno fatto per difendere l’esistenza e la resistenza di fondamentali presidi
informativi. Le istituzioni, la politica e le associazioni di categoria delle
Marche sbagliano a dare per scontato che ci sarà sempre qualcuno che scriverà
di loro. Forse una mattina si sveglieranno e realizzeranno che il pluralismo
informativo nei propri ambiti sarà garantito solo dai messaggini facebook e
twitter che gli interessati si scambieranno o dai comunicati dei rispettivi
uffici stampa”.
“Nel riaffermare la totale solidarietà ai colleghi per un trasferimento
incongruo e dannoso, il Sigim manterrà – conclude quindi la nota – stretti
contatti con il Cdr del Messaggero nel quale, da venerdì 24 luglio è stato
eletto come Fiduciario delle redazioni esterne il collega della redazione di
Ascoli, Enzo Vitale. A Vitale gli auguri di buon lavoro della Segreteria e del
Direttivo del Sigim”.