Il tema del contratto dei giornalisti ''stante la difficoltà della situazione, il lungo tempo trascorso dalla scadenza del precedente contratto e la previsione di nuove giornate di mobilitazione da parte della categoria, deve essere rapidamente affrontato in relazione alla situazione complessiva del comparto dell'editoria''.
Lo dichiarano il Ministro del Lavoro e della Previdenza sociale Cesare Damiano e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l'editoria Ricardo Franco Levi in una nota congiunta. ''Questo, al fine di ricostruire un quadro di riferimento che assicuri lo sviluppo e la competitività di un settore nevralgico per la qualità dell'informazione e per la stessa qualità democratica del Paese. In questo ambito più generale hanno aggiunto Damiano e Levi - può essere utilmente affrontato il tema del contratto, il cui mancato rinnovo rappresenterebbe un problema che il Governo, nel suo complesso, non potrebbe non affrontare''. (ANSA) «Contratto e riforma dell’editoria» Pubblicato su La Nuova di Venezia e Mestre del 5 novembre 2006 MESTRE. «Il confronto sul rinnovo del contratto di lavoro dei giornalisti deve essere collegato alla riforma complessiva dell’Editoria. Lo ribadisco, occorre che sia il governo ad occuparsi di questa questione per capire in che direzione va il settore della comunicazione in Italia». Il ministro del Lavoro Cesare Damiano ha risposto così ai cronisti che gli chiedevano lumi sulla vertenza per il rinnovo del contratto di lavoro dei giornalisti italiani. La trattativa, nonostante l’intervento del ministro, non è ancora neanche stata avviata a fronte della posizione di netta chiusura della Fieg, la federazione degli editori italiani. Il settore attende il rinnovo del contratto oramai da 615 giorni e si preannuncia una nuova ondata di scioperi. «La situazione al momento è di stallo - ha spiegato Damiano, ieri a Mestre per l’inaugurazione della sede dei Ds intitolata allo scomparso Gianni Pellicani - di fronte alla disponibilità all’apertura della trattativa dimostrata dalla Federazione della Stampa assistiamo all’indisponibilità degli editori. Speriamo che la Fieg cambi presto idea, ma per ottenere questo risultato, a questo punto serve una azione politica dell’intero governo sul settore». (m.ch.)