«Ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta dall'autorità egiziana in merito ai quattro imputati. L'ultima sollecitazione in ordine di tempo risale al 6 ottobre. Gli egiziani non hanno risposto neanche alla richiesta di incontro che la ministra Marta Cartabia aveva chiesto nel gennaio scorso». Questo quanto ha riferito il capo del dipartimento per gli Affari di Giustizia del ministero di via Arenula, Nicola Russo, nel corso dell'udienza davanti al gup di Roma, lunedì 10 ottobre 2022, per l'omicidio di Giulio Regeni che vede imputati appartenenti ai servizi segreti del Cairo. Il gup ha aggiornato il procedimento, che resta sospeso, al prossimo 13 febbraio.
«Se ce n'era bisogno – il commento dei genitori di Giulio Regeni, Claudio e Paola, al termine dell'udienza – è emersa ancora una volta e con ulteriore chiarezza che le autorità egiziane non hanno, né hanno mai avuto, nessuna intenzione di collaborare e si fanno beffe del nostro sistema di diritto. Oggi è emerso anche che la richiesta del gennaio 2022 della ministra della Giustizia di incontrare l'omologo egiziano non ha mai avuto alcun riscontro, e questo rifiuto non ha precedenti. Auspichiamo in una adeguata reazione di dignità del nostro governo».
Nel corso dell'audizione Russo ha ricostruito quanto compiuto dal ministero negli ultimi mesi e in particolare la missione al Cairo. «Siamo andati in Egitto dal 13 al 15 marzo per sollecitare le autorità ad acquisire informazioni sugli imputati. Sul caso Regeni però la Procura generale egiziana, l'unica autorità competente, ha ribadito che resta valido quanto contenuto nel decreto di archiviazione per i quattro firmato dai magistrati egiziani nel dicembre scorso». In Egitto non si potrà più aprire un procedimento per il caso Regeni nei loro confronti per il principio del 'ne bis in idem'.
Rispondendo alle domande dell'aggiunto Sergio Colaiocco, Russo ha aggiunto che fino ad ora non si è valutato di ricorrere al trattato internazionale sulla tortura firmato nel 1984 e a cui ha aderito anche l'Egitto. «Riteniamo sia una scelta di ordine politico, si valuterà con il nuovo ministro della Giustizia», ha aggiunto.
In concomitanza con l'udienza, nel piazzale antistante il palazzo di giustizia, insieme con i genitori di Giulio Regeni e con la legale della famiglia, Alessandra Ballerini, si è tenuto un presidio cui hanno partecipato, fra gli altri, Fnsi, Ordine dei giornalisti, Usigrai, associazione Amici di Roberto Morrione, Articolo21, rappresentanti del collettivo Giulio Siamo Noi e alcuni esponenti politici.