L'ambasciatore sloveno a Roma, Tomaž Kunstelj, non ha gradito lo scoop del Primorski Dnevnik che è stato il primo – sabato scorso – a pubblicare la testimonianza dell'incidente avvenuto l'8 maggio nei pressi di Erpelle-Kozina al confine italo-sloveno, dove una coppia è stata fermata da uomini in divisa. Notizia rimbalzata successivamente su tutti i mezzi d'informazione sloveni ed italiani e che ha messo in subbuglio le diplomazie dei due paesi. A darne conto è l'Associazione della Stampa del Friuli Venezia Giulia, che riporta un articolo di Lionella Pausin Acquavita, pubblicato sul sito web di Radio Capodistria.
«La ricerca della verità e il rispetto dei fatti stanno alla base del nostro lavoro mentre il nostro codice deontologico garantisce ai giornalisti il diritto di libera informazione e critica», spiega Igor Devetak (direttore del Primorski), rispondendo alla lettera dell'ambasciatore che, in un messaggio al giornale, lamenta la presunta poca professionalità dei colleghi del quotidiano triestino che avrebbero pubblicato con leggerezza il racconto del testimone senza sentire l'altra parte, arrecando così gravi danni all'esercito sloveno.
Critiche – prosegue la giornalista di Radio Capodistria – che Devetak respinge fermamente. «Ci siamo attenuti ai fatti: abbiamo raccontato un incidente che abbiamo reputato vero e lo abbiamo pubblicato perché giudicato d'interesse per l'opinione pubblica e politica», afferma il responsabile e aggiunge di aver dedicato in seguito gli spazi giusti pure alle smentite dell'esercito e del ministero della Difesa che hanno escluso categoricamente la possibilità di un coinvolgimento di militari sloveni. «Ora siamo in attesa dell'esito delle indagini della polizia, che sono ancora in corso», scrive Devetak rilevando che «l'unico desiderio del giornale è che si faccia luce e si arrivi quanto prima alla verità».
Per quanto riguarda «le allarmanti testimonianze non verificate e poi riprese e ampliate da altri mezzi d'informazione in Italia e Slovenia» di cui scrive l'ambasciatore, Devetak risponde che il lavoro del giornalista è basato sulla lealtà e sulla buona fede e nella stessa maniera in cui siamo obbligati a correggere notizie imprecise o scorrette dobbiamo altresì tutelare le nostre fonti. «Non possiamo rispondere degli errori degli altri, né di quanto scritto e riportato dagli altri giornali», rileva il responsabile del Primorski Dnevnik. Per quanto riguarda «la realtà politica del territorio che vede contrapporsi forze impegnate da una parte a dividere e innalzare nuove barriere e dall'altra ad una sempre maggiore apertura tra gli stati» evidenziata da Kunstelj, Igor Devetak ricorda gli sforzi costanti profusi dal quotidiano nel rafforzamento e affermazione dei buoni rapporti tra Slovenia ed Italia ma anche in quelli volti al benessere dei cittadini che vivono nell'area di frontiera.
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