Il Sindacato giornalisti del Veneto si rivolge ai cittadini, alle Associazioni dei consumatori, ai Sindacati affinchè appoggino lo sciopero dei giornalisti astenendosi dal comprare quei giornali che usciranno in edicola nonostante lo sciopero proclamato dalla Federazione Nazionale della Stampa per domani, venerdì 29 settembre e sabato 30 settembre.
Sono per lo più edizioni ridotte, confezionate con materiale precotto e assemblato in fretta e furia dai vertici dei giornali in funzione antisciopero. In sostanza gli editori tenteranno di rifilare ai cittadini un sottoprodotto. A prezzo pieno. Ci appelliamo anche ai giornalisti precari e freelance affinché aderiscano in massa allo sciopero, in quanto questo contratto riguarda in grande parte proprio i loro diritti negati da editori che pagano il loro lavoro meno di un lavavetri. Gli editori italiani, rappresentati dalla Fieg, hanno fatto muro contro il rinnovo del contratto di lavoro oramai scaduto da 580 giorni rifiutando il tavolo di trattativa chiesto senza pregiudiziali dal Sindacato dei giornalisti. La Fieg, che rappresenta editori come Alberto Donati (capodelegazione della Fieg, editore che ha alle spalle numerosi fallimenti) Caltagirone, Riffeser, De Benedetti, Tronchetti Provera, Berlusconi, Benetton, Grauso, e alcuni industriali veneti, ha respinto senza mezzi termini anche l’appello del Ministro del Lavoro, Cesare Damiano, rivolto alle parti perché abbia inizio la trattativa. Ci chiediamo se respingeranno anche l’esortazione del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al quale hanno fatto eco numerosi esponenti politici e di governo, a che questo contratto venga finalmente rinnovato. Ci chiediamo anche se un Governo che ha fatto della concertazione una delle sue prerogative di fondo, possa tollerare che una delle parti interessate ad un rinnovo contrattuale possa perfino rifiutarsi di sedere ad un tavolo, in dispregio a tutte le norme vigenti e provocando un danno ai dipendenti, alle imprese danneggiate dalla conflittualità e ai cittadini privati dell’informazione. Gli editori italiani però non si sono limitati a rifiutare il tavolo di trattativa, hanno anche impedito all’Ente di Previdenza dei giornalisti (Inpgi) di varare la riforma delle pensioni dei giornalisti e hanno bloccato le delibere dell’Inpgi a favore dei disoccupati (quasi tremila) che favoriscono le imprese applicando forti sconti dei contributi previdenziali nel caso assumano giornalisti disoccupati. Quindi gli editori bloccano anche norme che li favoriscono. La Fieg, che ha presentato, in modo del tutto anomalo, una contropiattaforma che destruttura il contratto di lavoro, punta ad una riduzione dei salari dei giornalisti di circa il 30 per cento, rifiuta ogni trattativa sul lavoro precario, e pretende di licenziare chi si ammala. Il Sindacato dei giornalisti respinge come irricevibili queste proposte peggiorative del contratto e denuncia il tentativo degli editori di utilizzare il contratto dei giornalisti come arma di ricatto per ottenere privilegi dal Governo avendo abbandonato da tempo la via dell’innovazione tecnologica, dell’arricchimento del prodotto giornalistico e della progettualità editoriale. Il Sindacato giornalisti del Veneto e la Consulta dei Comitati e Fiduciari di Redazione del Veneto (Arena di Verona, Giornale di Vicenza, Corriere del Veneto, Finegil Veneto, Gazzettino, Messaggero di S. Antonio)