Il Consiglio dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha avviato un procedimento per l'adozione di un regolamento finalizzato a garantire il rispetto della dignità umana e del principio di non discriminazione e di contrasto all'hate speech e all'istigazione all'odio basato su etnia, sesso, religione o nazionalità nei servizi media audiovisivi. «Agcom – spiega una nota dell'autorità – definirà uno schema da sottoporre a consultazione pubblica al fine di acquisire ogni più utile elemento di informazione da parte dei soggetti interessati».
La decisione segue altri provvedimenti sul tema adottati nei mesi scorsi, in particolare l'atto di indirizzo sul rispetto della dignità umana e del principio di non discriminazione nei programmi di informazione, di approfondimento informativo e di intrattenimento.
Con riferimento al tema dell'hate speech, si legge ancora, «l'Autorità ha considerato il rischio che la crescente centralità nel dibattito pubblico nazionale ed internazionale delle politiche di governo dei flussi migratori provenienti da Paesi in stato di guerra o in emergenza economico-sociale, possa generare posizioni polarizzate e divisive in merito alla figura dello straniero e alla sua rappresentazione mediatica, favorendo generalizzazioni e stereotipi che minano la coesione sociale, che offendano la dignità del migrante o, in ogni caso, di categorie di persone oggetto di discorsi d'odio e di discriminazione su base etnica o religiosa».
E questo anche in ragione della pervasività del mezzo radiotelevisivo e dell'importante contributo che l'informazione radiotelevisiva svolge in ordine alla formazione dell'opinione pubblica sulla corretta rappresentazione dello straniero, sull'inclusione sociale e sulla promozione della diversità.
L'Autorità ritiene inoltre «essenziale adottare un regolamento volto a prevenire e combattere fenomeni di discriminazione, spesso alimentati da strategie di disinformazione, in contrasto con i principi fondamentali di tutela della persona e del rispetto della dignità umana, in particolare allorquando alimentato da notizie inesatte, tendenziose o non veritiere» e osserva, infine, come gli argomenti trattati nei programmi informativi e di intrattenimento radiotelevisivo vengano spesso ripresi sui social media, sempre più usati, in special modo dai giovani, per informarsi.
«Dal momento che l'esigenza informativa è assolta primariamente dai mezzi di comunicazione di massa che, a norma dell'art. 21 della Costituzione come interpretato dalla giurisprudenza costituzionale e ordinaria, devono concorrere a fornire alla pubblica opinione un'informazione completa, obiettiva, imparziale e pluralistica, l'Autorità – conclude la nota – rileva che l'esercizio del diritto di critica e di cronaca deve essere improntato a criteri di verità, di essenzialità e attualità, a partire dalla corretta rappresentazione dei fatti e dalla diffusione di dati verificati e di comparazioni statisticamente significative».
Con il procedimento avviato, l'Autorità intende rispondere alla necessità di fornire una regolamentazione di vigilanza del precetto contenuto nel Testo unico affinché «nei servizi di media audiovisivi e radiofonici, pur nel pieno dispiegarsi della libertà editoriale e di espressione, sia nondimeno assicurato l'effettivo rispetto dei diritti fondamentali di dignità della persona e del principio di non discriminazione, oltre che il divieto di incitamento all'odio basato su etnia, sesso, religione e nazionalità, nonché di procedere ad uno specifico monitoraggio circa le tematiche di pluralismo politico-sociale rilevanti a tal fine».
Il procedimento di definizione dello schema di regolamento da sottoporre a consultazione pubblica si conclude nel termine di 90 giorni decorrenti dalla pubblicazione del provvedimento sul sito web dell'Autorità.