Parte domani il processo “Aemilia” che mira a fare luce sulle infiltrazioni mafiose in Emilia-Romagna. Ordine regionale e Associazione della stampa, costituitisi parte civile a difesa dei colleghi vittime di intimidazioni mafiose, chiedono al tribunale di Bologna di garantire ai giornalisti e agli operatori dell’informazione che seguiranno il processo di poter lavorare in condizioni di sicurezza.
L’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna e
l’Associazione della Stampa dell’Emilia-Romagna si sono costituiti parte civile
nell’ambito del processo “Aemilia”, che inizierà domani, a difesa dei colleghi
Sabrina Pignedoli e Gabriele Franzini, vittime di pesanti intimidazioni di
stampo mafioso durante lo svolgimento delle proprie mansioni professionali. A
tale scopo, il presidente dell’Ordine regionale Antonio Farnè e la presidente
dell’Aser Serena Bersani, legali rappresentanti dei rispettivi organismi, hanno
dato mandato all’avvocato Valerio Vartolo.
“È una decisione presa senza esitazioni, con l’unica finalità – spiegano in una
nota congiunta Aser e Odg regionale – di esprimere vicinanza e solidarietà a
due colleghi che hanno dimostrato coraggio e un profondo senso di
responsabilità”.
“Il processo – prosegue la nota –, che mira a fare luce sulle infiltrazioni
mafiose in Emilia-Romagna, si aprirà domani 28 ottobre alla Fiera di Bologna e
prevede una trentina di udienze preliminari con il coinvolgimento di 219
imputati. Naturalmente gli organi di informazione seguiranno questo importante
evento giudiziario, trattandosi dell’indagine più estesa mai realizzata nella
nostra regione sulla presenza della criminalità organizzata. A questo proposito
chiediamo con forza al Tribunale di Bologna di garantire ai giornalisti e agli
operatori dell’informazione di poter lavorare in condizioni di sicurezza, vista
la delicatezza dei temi che verranno trattati in sede processuale e del già
citato coinvolgimento, come parti offese, di due colleghi. Inoltre, chiediamo
che ai rappresentanti della stampa venga consentito, anche dal punto di vista
logistico e ambientale, di poter esercitare in maniera adeguata il diritto di
cronaca”.