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Fnsi 19 Nov 2004

XXIV Congresso della Fnsi - Saint Vincent. Il documento del Coordinamento delle Associazioni per un Sindacato di Servizio: "Qualità, formazione, cultura dei diritti per un organizzazione sindacale che viva nel futuro di tutti i giornalismi"

XXIV Congresso della Fnsi - Saint Vincent. Il documento del Coordinamento delle Associazioni per un Sindacato di Servizio: "Qualità, formazione, cultura dei diritti per un organizzazione sindacale che viva nel futuro di tutti i giornalismi"

XXIV Congresso della Fnsi - Saint Vincent. Il documento del Coordinamento delle Associazioni per un Sindacato di Servizio: "Qualità, formazione, cultura dei diritti per un organizzazione sindacale che viva nel futuro di tutti i giornalismi"

Coordinamento Associazioni Regionali di Stampa per un sindacato di servizio (Val d’Aosta, Liguria, Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata) LA NOSTRA FLESSIBILITA’? QUALITA’, FORMAZIONE, CULTURA DEI DIRITTI Politica e organizzazione per un sindacato che viva nel futuro di tutti i giornalismi Un sindacato leggero e flessibile nel suo agire organizzativo, ma “pesante” nella qualità e nell’elaborazione dei progetti e della politica delle tutele e dei diritti reali per tutti i giornalismi. Perché la qualità e la formazione devono rappresentare un elemento fondamentale di tutta la categoria, ma anche dei suoi rappresentanti. Alla continuità del progetto politico dei diritti per tutti, concretizzatosi nei diversi contratti che hanno consentito di allargare le tutele a un numero sempre maggiore di colleghi, deve unirsi, nel rinnovo di questi contratti, il potenziamento economico, la riduzione del gap retributivo tra “giovani e vecchi”, il potenziamento dei diritti e delle tutele sindacali in tutti gli organismi di categoria e la salvaguardia futura dell’istituto di previdenza oggi messo a rischio dalle decisioni ministeriali relative alla concessione di stati di crisi inesistenti e anche dalle improvvide votazioni di alcuni consiglieri che con gli editori, di fatto, si sono schierati. La Fnsi deve cambiare quindi passo anche sul piano organizzativo e formativo, a tutti i livelli. La segreteria deve vedere potenziato l’aspetto dell’organizzazione e della formazione con una maggiore responsabilizzazione dei segretari aggiunti e dei componenti della giunta. La realtà di più contratti già esistente e di quelli in divenire (uffici stampa, piccola editoria eccetera), la rappresentanza e tutela del lavoro autonomo che può essere tale solo con la reale condivisione e appoggio del “giornalismo storico” (contrattualizzati), la battaglia per la difesa del ruolo pubblico della Rai e dell’autonomia reale dei giornalismi in essa esistenti, non possono prescindere da questa ristrutturazione e revisione che deve coinvolgere anche il quadro del personale, dei funzionari e delle risorse economiche (loro reperimento e destinazione d’uso). Gli stessi dipartimenti vanno rivisitati e ristrutturati nel sistema di partecipazione e rapporto con la giunta, riducendone il numero e razionalizzandone il lavoro: solo così sarà possibile aumentarne la capacità di formazione e di contributo alla linea sindacale. Lo stesso discorso vale per le commissioni contrattuali. L’attuale strutturazione e modalità o diritto di partecipazione (da rivedere) sono costosi e improduttivi. La democrazia e la partecipazione reali e concreti si costruiscono sulla base della qualità e non di una semplice consistenza numerica di questo o di quell’organismo. E il coordinamento degli enti, nel rispetto delle rispettive autonomie, va rivisto sempre con la chiave di lettura della produttività e della qualità. Due caratteristiche che noi rivendichiamo, ma non certo nella logica che appartiene agli editori o alle parti più negative delle riforme del lavoro. E’ quindi ovvio, ma merita di essere sottolineato anche in questo congresso, che la Fnsi e le Ars sono la struttura portante del sindacato dei giornalisti: non possono quindi esistere sindacati di base al nostro interno con la trasformazione dei gruppi di specializzazione. Una proposta sciagurata che porterebbe alla creazione di piccoli sindacatini delle grandi lobby (inviati e supercapi) e delle grandi emarginazioni (piccola editoria, lavoro autonomo eccetera). Chi vuole un altro sindacato, di base o autonomo, abbia il coraggio di crearlo, ma uscendo dalla Fnsi, assumendosene tutti gli oneri e gli onori. Il sindacato di servizio quindi passa anche, per esempio (espliciteremo nel dettaglio tutte le nostre proposte) attraverso uno sportello nazionale (telefonico, telematico, cartaceo) che fornisca consulenza specifica di primo impatto: potrebbe essere ad uso interno, cioè per le associazioni oppure aperto a tutti. I fondi per alcuni aspetti possono essere reperiti anche in sede europea come già dimostrano alcune esperienze dentro e fuori l’Fnsi. Nella stessa direzione va anche la proposta, sul fronte dei diritti e della cosiddetta “altra metà del cielo giornalistico”, di riformare la CPO: l’idea delle colleghe è quella di rilanciarla, ma con una denominazione diversa, nella forma e nella sostanza operativa: “Dalle pari opportunita’ al diritto ai diritti”. Un sindacato di servizio è anche il sindacato della “politica” e delle grandi battaglie, i due aspetti non si contraddicono: ma è proprio il “sindacato” che non può prescindere dall’attenzione costante sul tema dei diritti che anche nella nostra professione non sono uguali per tutti. A partire dal lavoro delle donne: nonostante l’esponenziale aumento delle iscritte all’Ordine e delle giovani che si affacciano alla professione, non si riflette in numeri altrettanto soddisfacenti per quanto riguarda la possibilità di carriera, il riconoscimento delle professionalità, le condizioni migliori per conciliare le scelte personali e professionali senza essere messe di fronte ad aut aut sul privilegiare lo sviluppo della propria professionalità a scapito della vita personale, o viceversa. Il Coordinamento Associazioni per un sindacato di servizio

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