Francesca Quattromani, Daniele Benfanti e Alessio Kaiserman, i tre giornalisti di TrentinoTv licenziati in tronco per motivi economici tutti da vagliare, hanno scritto una lettera aperta per ringraziare chi, in questi giorni, ha mostrato loro solidarietà. La lettera vuole essere anche un messaggio rivolto a tutti per ribadire il significato della buona informazione – fondamentale per una democrazia matura – di fronte allo svilimento continuo del lavoro giornalistico. Si pone infatti l’accento sull’importanza del pluralismo, nonché sulla situazione di “tempesta perfetta” vissuta dal settore in questi ultimo decennio e centralità della professione giornalistica quale servizio pubblico.
Ecco di seguito il testo integrale della lettera:
La perdita improvvisa del proprio lavoro (che non è solo un ‘posto’ o una busta paga), è un piccolo “terremoto” personale, familiare e sociale. Ci si accerta di essere vivi ma si deve subito fare la conta dei danni, spostare le macerie che ti sono crollate addosso, medicare le ferite, pensare alla “ricostruzione”, ringraziare chi ti corre in aiuto. Devi riannodare i legami che davi per certi, ricomporre le tessere che danno forma e sostanza alla tua identità.
Nei giorni scorsi, appresa la notizia del licenziamento di noi tre – giornalisti professionisti di TrentinoTv da oltre un decennio – per il calo di introiti dell’emittente, ma con modalità irrituali e tutte da vagliare, il segretario nazionale della FNSI Raffaele Lorusso ha commentato che il mondo dell’informazione sta certamente attraversando una tempesta perfetta ma non per questo si gettano tre persone vive in mare.
Sono tempi in cui pluralismo, qualità e occupazione sono i pilastri – scontati ma non così condivisi da far alzare tutti soddisfatti dal tavolo di confronto – sui quali la nostra Autonomia stava scrivendo i contenuti attuativi di una legge provinciale sull’informazione locale. Perché l’informazione, anche fornita da un’emittente privata, è un servizio ‘pubblico’ e gratuito. Costante e puntuale. Di qualità, se basata sulle persone.
Questa funzione di “servizio” professionale e affidabile ci è stata riconosciuta ancor più in questa settimana da una vera e propria valanga di messaggi, telefonate, attestazioni di stima e solidarietà da parte di Cdr di testate giornalistiche, associazioni di stampa, sindacati, cittadini (telespettatori abituali e occasionali), amministrazioni locali, politici, esponenti del mondo sportivo, culturale, economico del nostro territorio. La scarica elettrica del licenziamento in tronco è stata così attenuata da questo balsamo imprevisto, che ci ha travolti e commossi.
Nei giorni scorsi a Trento il germanista e noto scrittore Claudio Magris ha citato Borges: «Il mio orgoglio non sono i libri che ho scritto, ma quelli che ho letto». Ebbene, il nostro orgoglio non sono le notizie, piccole e grandi, che vi abbiamo dato in questi anni, le storie che abbiamo confezionato sugli schermi televisivi, ma le vostre voci, che abbiamo ascoltato e raccolto, spesso con la fretta di un mestiere compulsivo e superficiale, ma sempre con il piacere della relazione umana che si apre e dura nel tempo.
Abbiamo avuto il privilegio di raccontare il Trentino insieme a voi e – rispetto a tanti altri lavoratori – la gratificazione di sentirvi vicini ora, grazie alla risonanza mediatica e alla visibilità di questo particolare ramo della professione giornalistica.
Grazie è una parola semplice ma preziosa, se l’abbiamo costruita insieme, reciprocamente. Lo scrittore russo Lev Tolstoj ha scritto che possiamo vivere una vita meravigliosa se sappiamo lavorare per chi amiamo e amare ciò per cui lavoriamo. Crediamo di aver goduto di questo privilegio grazie a tutti voi.
(Da sindacatogiornalistitnbz.it)