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Internazionale 21 Nov 2007

Usa: pubblicità prima vittima del rallentamento dell’economia

Nelle ultime settimane è cresciuta la preoccupazione tra gli investitori americani che un rallentamento dell’economia possa avere ripercussioni sulla spesa pubblicitaria nel 2008.

Nelle ultime settimane è cresciuta la preoccupazione tra gli investitori americani che un rallentamento dell’economia possa avere ripercussioni sulla spesa pubblicitaria nel 2008.

L’anno prossimo, in teoria, dovrebbe essere un anno positivo per le aziende dei media grazie all’effetto delle Olimpiadi e delle elezioni presidenziali Usa sugli investimenti pubblicitari. Ma molti economisti, non ultimo il presidente della Federal Riserve, Ben Bernanke, prevedonmo che l’economia probabilmente rallenterà nel quarto trimestre e la prima metà del 2008 potrebbe essere altrettanto deludente a causa della crisi dei mutui e la debolezza del mercato immobiliare. Le azioni dei grandi gruppi dei media Cbs, Walt Disney, News Corp. e Time Warner hanno già perso circa il 5% questo mese. Anche i titani Google e Yahoo! hanno ceduto punti in borsa: il 10% la prima, il 14% la seconda. La spesa in pubblicità è già scesa nel primo e secondo trimestre dell’anno, soprattutto su radio, televisione e giornali. Se l’economia americana rallenta ulteriormente, dicono gli esperti, il trend probabilmente accelererà, specialmente per le aziende che dipendono dalle pubblicità locali. “Siamo già in una fase di debolezza e non vedo miglioramenti nel breve termine”, ha detto David Bank, analista della Rbc Capital Markets. Le più colpite, secondo Bank, saranno le aziende poco diversificate. Un altro problema di questi giorni per i grandi gruppi dei media è lo sciopero degli scrittori di Hollywood, ma gli analisti si preoccupano di più - nel lungo periodo – per la concorrenza delle forme di intrattenimento online. Infine, notano gli esperti, le aziende tradizionali dei media dipendono pesantemente da due industrie che sono andate molto male negli Usa quest’anno: l’automotive e i servizi finanziari. Se i produttori auto americani – da anni in difficoltà – e le grandi banche tagliano le spese dell’advertising, i media saranno pesantemente colpiti. La spesa in pubblicità su Internet è andata al contrario molto bene e “anche in caso di recessione economica, continuerà a mettere a segno risultati positivi”, secondo Jeffrey Lindsay, analista della Sanford C. Bernstein. “Non pensiamo che possa verificarsi di nuovo uno scoppio della bolla tecnologica, come nel 2000, perché il settore oggi è più forte”. Ma altri analisti pensano che una recessione non potrà non colpire anche le più floride aziende dell’online: Joe Apprendi, ceo della Collective Media, dice che la spesa pubblicitaria su Internet potrebbe rimanere piatta. Un problema per aziende come Google, MySpace e Facebook abituate a crescite a due cifre. Comunque, Apprendi concorda con Lindsay: la spesa pubblicitaria su Internet sarà molto meno colpita dei media tradizionali in caso di rallentamento dell’economia. (9Colonne)

@fnsisocial

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