«Dopo lo sport, adesso anche la grande finanza. Il vizietto di scegliersi le testate e i giornalisti da accreditare ai momenti di comunicazione alla stampa ha contagiato anche il gruppo Unicredit». Federazione nazionale della stampa italiana e Associazione lombarda dei giornalisti commentano così la decisione del gruppo finanziario che, in occasione della conferenza stampa in conference call di presentazione del nuovo piano industriale, ieri, ha ammesso all’appuntamento solo le agenzie internazionali, lasciando fuori dalla porta le agenzie italiane, tranne una.
«Tutto questo è sconcertante – proseguono Fnsi e Alg – perché rappresenta un’evidente limitazione al diritto di cronaca, di critica e alla libertà di informazione. E non riguarda solo i giornalisti, ai quali viene impedito di fare il proprio lavoro: riguarda tutti i cittadini e il loro interesse a ricevere un’informazione il più possibile corretta e pluralista».
I temi dell’economia e della finanza, del resto, rappresentano oggi una parte fondamentale dell’informazione al Paese. Per questo «è inammissibile che anche i grandi player, che dovrebbero essere abituati al concetto di completezza e trasparenza nelle comunicazioni, si prestino a queste discutibili pratiche. La speranza – conclude il sindacato dei giornalisti – è che il caso di ieri sia solo un "incidente involontario" destinato a non ripetersi in futuro».
La Federazione nazionale della stampa italiana e l’Associazione lombarda dei giornalisti chiedono con forza il rispetto di tutte quelle prassi democratiche che garantiscono l’articolo 21 della nostra Costituzione.