«La privacy non diventi uno schermo per oscurare i fatti. Report, destinataria con la Rai di una multa da 150 mila euro del Garante della Privacy, deve poter continuare a fare il suo lavoro senza interferenze ma solo nel rispetto delle regole e della deontologia. Quello che fa ormai da decenni, nei quali centinaia di tentativi di fermare le inchieste con querele, denunce e diffide è andato sempre a vuoto. E non perché Report sia intoccabile, come prova a dire chi sperava di vedere condannati Ranucci e la sua redazione, ma perché evidentemente le denunce, secondo la legge, erano infondate». Così l'Esecutivo Usigrai in una nota diffusa lunedì 10 novembre 2025.
«Ma questo - prosegue il sindacato dei giornalisti Rai - non è bastato a convincere il governo a votare a favore del recepimento della Direttiva europea sulle querele temerarie. Perché al di là delle belle parole seguite al grave attentato a Ranucci, l'idea di bloccare il giornalismo di inchiesta attraverso querele milionarie, sperando che vadano in porto, non abbandona il potere e chi lo esercita, nella politica come nell'economia o da parte della criminalità. A rimetterci sono così i cittadini che si troveranno di fronte a poteri di cui sono insondabili le attività e gli interessi, legali o illegali che siano».
Per l'Usigrai, «il servizio pubblico deve invece poter continuare a fare il suo lavoro di informazione e sempre nel rispetto dei fatti. Intanto dobbiamo prendere atto che il regolamento europeo, in vigore da agosto, per garantire libertà e indipendenza dei media dalla politica e dai governi, in Italia non è una priorità e infatti del suo recepimento nemmeno se ne parla più». (mf)