«Dal "nostro" 25 aprile viene un appello alla pace. Alla pace, non ad arrendersi di fronte alla prepotenza. A praticare il coraggio di una de-escalation della violenza, il coraggio di interrompere le ostilità, il coraggio di ritirare le forze di invasione. Il coraggio di ricostruire». È il monito lanciato, alla vigilia del 77° anniversario della Liberazione, dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che venerdì 22 aprile ha ricevuto al Quirinale una rappresentanza delle Associazioni combattentistiche e d'arma.
«Sappiamo – ha aggiunto il capo dello Stato volgendo lo sguardo al passato, alla storia, e allo stesso tempo al presente, verso Oriente – che la libertà non è mai acquisita una volta per sempre e che, per essa, occorre sapersi impegnare senza riserve. Vale ovunque. In Europa, in Italia. Il convinto e incondizionato rifiuto di ogni sopraffazione totalitaria, unitamente alla consapevolezza dell'importanza della democrazia, all'affermazione coraggiosa e intransigente del rispetto della dignità umana, al rifiuto di ogni razzismo, alla fedeltà ai propri ideali, sono i valori che ci sono stati affidati dalla Liberazione».
Per Mattarella, «lottare contro la sopraffazione, in aperta violazione del diritto internazionale, scongiurare morti ulteriori e sofferenze ulteriori di un popolo aggredito, è una causa comune che ci interpella e ci vede impegnati. Riflettere sul valore dei diritti dell'uomo, primo fra tutti quello di poter vivere in pace, è il forte messaggio che ci ha consegnato la Resistenza».
Il 25 aprile, ha rilevato il presidente della Repubblica, «ricordiamo la rivolta in armi contro l'oppressore. Rivolta che fu morale, anzitutto, e poi difesa strenua del nostro popolo dalla violenza che veniva scatenata contro di esso. Una data in cui il popolo e le Forze Alleate liberarono la nostra Patria dal giogo imposto dal nazifascismo. Un popolo in armi per affermare il proprio diritto alla pace dopo la guerra voluta dal regime fascista».
A pagare, ha ricordato, «furono, come non mai, le popolazioni civili, contro le quali, in un tragico e impressionante numero di episodi sanguinosi, si scagliò la brutalità delle rappresaglie. Un'esperienza terribile; che sembra dimenticata, in queste settimane, da chi manifesta disinteresse per le sorti e la libertà delle persone, accantonando valori comuni su cui si era faticosamente costruita, negli ultimi decenni, la pacifica convivenza tra i popoli».
In queste settimane, ha incalzato, «abbiamo assistito, con un profondo senso di angoscia, a scene di violenza sui civili, anziani donne e bambini, senza pietà. L'attacco violento della Federazione Russa al popolo ucraino non ha alcuna giustificazione. La pretesa di dominare un altro popolo, di invadere uno Stato indipendente, ci riporta alle pagine più buie dell'imperialismo e del colonialismo. L'incendio appiccato alle regole della comunità internazionale appare devastante, destinato a propagare i suoi effetti se non si riuscisse a fermarlo subito. Per tutte queste ragioni – ha concluso Mattarella – la solidarietà, che va espressa e praticata nei confronti dell'Ucraina, deve essere ferma e coesa».
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L'intervento del presidente Mattarella con gli esponenti delle Associazioni combattentistiche e d'arma nella ricorrenza del 77° anniversario della Liberazione è disponibile sul sito web del Quirinale (qui il link diretto).