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Il giornalista Cristiano Tinazzi
Minacce 12 Apr 2022

Ucraina, il giornalista Cristiano Tinazzi: «Minacciato e insultato». Fnsi: «Tutela in ogni sede»

Il collega freelance ha denunciato in collegamento con "L'aria che tira" su La7 di essere vittima di un attacco mediatico «da parte di centinaia di persone». Il sindacato trasmetterà  la segnalazione all'Osservatorio cronisti minacciati del Viminale con la richiesta di procedere all'immediata individuazione degli odiatori.

La Federazione nazionale della Stampa italiana ha raccolto l'appello sottoscritto da alcuni giornalisti per tutelare Cristiano Tinazzi, vittima – come egli stesso ha denunciato durante un collegamento da Dnipro con Myrta Merlino nella puntata di lunedì 11 aprile 2022 de "L'aria che tira" su La7 – di un attacco mediatico «da parte di centinaia di persone» che lo hanno anche minacciato di morte, «mandato mail di ogni tipo e insulti».

Il sindacato trasmetterà all'Osservatorio del Viminale sugli atti intimidatori nei confronti dei cronisti la denuncia del collega con la richiesta alle autorità italiane di procedere all'immediata individuazione degli odiatori che continuano a minacciare il collega anche sui social.

La Fnsi è e sarà al fianco di tutti i colleghi che con il loro lavoro, con coraggio e onestà, contribuiscono a illuminare quei territori dove, senza i riflettori dell'informazione, crimini di ogni sorta resterebbero sepolti sotto l'oscurità e il silenzio. Quanto sta accadendo in Ucraina a seguito dell'invasione da parte delle truppe russe deve essere portato a conoscenza dei cittadini di tutto il mondo e per questo la presenza dei giornalisti è quanto mai essenziale.

La Fnsi rilancia, quindi, l'appello delle Federazioni internazionale ed europea dei giornalisti ai media affinché garantiscano agli inviati sul campo le necessarie misure di protezione e rinnova, infine, la propria vicinanza a tutti i cronisti italiani impegnati a raccontare l'aggressione russa, ai colleghi ucraini travolti dalla guerra e ai reporter indipendenti che in Russia rischiano la galera per raccontare ai loro concittadini questo conflitto.

@fnsisocial

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