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Internazionale 21 Mar 2008

Ucciso un secondo giornalista russo

MOSCA - Due giornalisti uccisi nel giro di 24 ore oggi in Russia, nell'ennesimo giallo di morti sospette: uno ieri sera nella sua abitazione di Mosca, poi data alle fiamme dagli assassini, il secondo freddato stasera da alcuni killer che gli hanno sparato mentre viaggiava sulla sua automobile a Mackhatchkala, capoluogo della repubblica autonoma del Daghestan nel Caucaso russo.

MOSCA - Due giornalisti uccisi nel giro di 24 ore oggi in Russia, nell'ennesimo giallo di morti sospette: uno ieri sera nella sua abitazione di Mosca, poi data alle fiamme dagli assassini, il secondo freddato stasera da alcuni killer che gli hanno sparato mentre viaggiava sulla sua automobile a Mackhatchkala, capoluogo della repubblica autonoma del Daghestan nel Caucaso russo.

La polizia non ha per ora stabilito un collegamento fra i due casi, che sono comunque legati dal Daghestan. Il giornalista trovato morto nella sua abitazione di Mosca, Ilia Shurpaiev, 33 anni, era infatti originario del Daghestan e inviato del primo canale televisivo per il Caucaso russo. E' stato trovato nella camera da letto, con ferite da taglio e una cintura attorno al collo. Secondo i dati preliminari dei patologi, sarebbe morto per strangolamento. Il secondo ucciso, Gadji Abachilov, 58 anni, era un giornalista molto noto e attualmente dirigeva l'emittente radiotelevisiva pubblica del Daghestan. Nell'attacco è rimasto gravemente ferito il suo autista. Shurpaiev non si considerava affatto un dissidente: ma il suo nome era apparso su un quotidiano daghestano, 'Il tempo attuale', come uno dei cronisti che 'discreditavano' la piccola repubblica autonoma del Caucaso del nord. Stando alla testimonianza della portiera dello stabile, avrebbe fatto aprire egli stesso la porta ai probabili assassini, due caucasici che aveva presentato come amici. Stando agli investigatori, la morte potrebbe essere legata al motivi personali, ma la pista dell'attività professionale non è affatto esclusa. Il giornalista aveva lavorato molto nei teatri più caldi del paese e del Caucaso ex sovietico, dalla Cecenia al Daghestan, dall'Inguscezia alle repubbliche georgiane secessioniste di Ossezia del sud e Abkhazia. Teneva un blog su internet dove poche ore prima della morte aveva commentato la decisione di 'Il tempo attuale' di includerlo in una lista nera: "Così ora sarei un dissidente. Che stupidaggine! Non ho mai fatto politica in Daghestan, neanche a livello di piccoli enti locali, perché sono troppo pigro e non ho mai tempo". Le uccisioni di Shurpaiev e Abashilov si inseriscono in una lunga lista di giornalisti uccisi nella Russia post-sovietica col sistema degli omicidi su commissione. Fra i casi più eclatanti, va ricordato negli anni '90 il molto noto opinionista televisivo Vladislav Listiev, ucciso nel 1995 a colpi di pistola davanti alla sua abitazione: una morte che ai tempi di Boris Ieltsin aveva fatto un enorme scandalo e che la stampa riteneva legata alle guerre fra oligarchi per il controllo del promettente settore della pubblicita' in tv. L'anno prima, era stato ucciso con un pacco esplosivo Dmitri Kholodov, un giovane cronista che stava svolgendo un'inchiesta su un traffico di armi che coinvolgeva pezzi grossi del ministero della difesa. Nell'era di Vladimir Putin, lo stillicidio è continuato: Paul Khlebnikov, direttore dell'edizione russa della rivista Forbes, è stato ucciso nel luglio del 2004 mentre usciva dalla sua redazione. Era un reporter scomodo per molti: per l'ex oligarca Boris Berezovski, da lui denunciato in un libro, per il potere del Cremlino e la sua deriva autoritaria, per la guerriglia cecena, messa alla berlina con un altro testo, 'Conversazioni con un barbaro'. L'uccisione che più ha fatto scalpore in Occidente è comunque quella di Anna Politkovskaia, nell'ottobre del 2006: le sue denunce degli abusi russi in Cecenia e i suoi legami con le organizzazioni per i diritti umani ne avevano fatta una cronista simbolo della lotta al potere costituito. Ed è del marzo del 2007 il misterioso 'suicidio' colpì Ivan Safronov, esperto militare del quotidiano Kommersant e colonnello in congedo. Stava indagando su un presunto traffico di armi con la Siria, secondo alcune fonti. Si sarebbe gettato dal pianerottolo della sua abitazione con in mano una busta di mandarini che aveva appena acquistato al mercato. (ANSA)

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