Trentanove anni fa, il 28 maggio 1980, alle 11 del mattino, un commando di terroristi uccideva a Milano il giornalista Walter Tobagi, inviato speciale del Corriere della Sera, scrittore, presidente dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti. Freddato a colpi di pistola per la sua passione per il giornalismo di inchiesta, per il suo impegno per una informazione libera.
A distanza di trentanove anni dal suo omicidio restano vivi e cogenti i suoi insegnamenti. «Bisogna cercare di capire per poter spiegare», ripeteva il cronista Tobagi. «Non sono le parole tonanti, ma i comportamenti di ogni giorno che modificano le situazioni, danno senso all'impegno sociale», diceva.
E nel suo impegno sindacale ha sempre sposato la filosofia del 'passo dopo passo'. «Il gradualismo, il riformismo, l'umile passo dopo passo sono l'unica strada percorribile per chi vuole elevare per davvero le condizioni dei lavoratori», le sue parole.
Parole che sono sopravvissute all'omicidio di Walter Tobagi, che ancora oggi vengono ricordate e tramandate a chi non ha potuto conoscerlo.