Giornalismo precario uguale democrazia precaria. Lavoro precario uguale vita precaria. Così recitano i cartelli sventolati davanti al palazzo di Giustizia intitolato a Bruno Caccia durante il presidio organizzato a Torino, mercoledì 9 marzo, da Associazione Stampa Subalpina e Commissione lavoro autonomo nazionale della Fnsi in concomitanza con la prima udienza della causa intentata dall'ex collaboratore di Repubblica Valerio Tripi al giornale per il riconoscimento del rapporto subordinato di lavoro.
«Il suo, tra l'altro, non è l'unico caso: sono almeno altri sei i colleghi e le colleghe di Tripi, in diverse redazioni del quotidiano del gruppo Gedi, che cercano di scardinare attraverso le vie legali quello che è ormai un sistema di ordinaria precarietà», ricorda il sindacato regionale. Una mobilitazione di uguale tenore si era tenuta anche a Genova, a inizio 2022, a sostegno del collega Massimiliano Salvo e contro la precarietà che attanaglia il lavoro giornalistico.
In piazza a Torino, con la segretaria regionale Silvia Garbarino e i rappresentanti dell'Assostampa e componenti della Clan Fnsi, anche il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Piemonte, Stefano Tallia e il presidente dell'Associazione Stampa Valdostana, Daniele Mammoliti, Nicola Chiarini, referente per il lavoro autonomo del Sindacato giornalisti Veneto, croniste e cronisti del Coordinamento precari di Repubblica.
«Una manifestazione di solidarietà molto importante delle colleghe e dei colleghi non solo per dare sostegno a un giornalista precario, Valerio Tripi, che dopo vent'anni di lavoro, dopo aver chiesto la giusta stabilizzazione, non si è visto rinnovare il contratto, ma anche per tutti quei colleghi che si sentono soli di fronte a una situazione di sfruttamento. Non siete soli, il sindacato è al vostro fianco e organizzarsi nel sindacato è fondamentale per combattere contro questa deriva del mercato del lavoro», commenta Mattia Motta, presidente della Clan Fnsi.
«Di fronte a prepensionamenti, aiuti straordinari e crediti di imposta che valgono sostegni per centinaia di milioni di euro dati dallo Stato agli editori – incalza – non è più tollerabile che esistano sacche di precariato e sfruttamento anche nelle grandi testate. Equo compenso, nuovi strumenti ordinistici che rilancino quella 'colleganza' sancita per legge tra i giornalisti e rapporti corretti tra lavoratori autonomi e aziende sono alla base del rilancio del settore».
L'Associazione Stampa Subalpina, con la Fnsi, la Commissione lavoro autonomo nazionale del sindacato e altre Associazioni regionali di Stampa ribadiscono vicinanza e supporto, anche mettendo a disposizione i propri legali, ai colleghi in lotta per vedersi riconosciuti i diritti negati.