Lavoratori di Telecity di nuovo in sciopero per protestare contro i licenziamenti annunciati dall’azienda. «Il 3 aprile – scrivono le rappresentanze sindacali – si sono chiusi i primi 45 giorni previsti dalla procedura di licenziamento collettivo (secondo la legge 223/91) con un verbale di mancato accordo. Come già dichiarato in passato, per le difficoltà incontrate, largamente da addebitare all’assenza da principio della proprietà al tavolo, non si è potuto entrare nel merito delle questioni in maniera convincente per chi, come le scriventi, rappresenta i lavoratori del gruppo».
La fine della procedura è prevista intorno al 6 maggio, ma lo scorso 13 aprile, data anche la situazione di assoluta incertezza, i lavoratori del gruppo hanno aperto lo stato di agitazione e proclamato lo sciopero che ha interessato oggi, 18 aprile, le sedi di Alessandria e Torino.
«Prossimamente – anticipano i sindacati – scenderanno in lotta anche le sedi di Genova, Assago e Castelletto d’Orba. L’azione di lotta è volta a sollecitare l’azienda a raggiungere un accordo che eviti i 69 licenziamenti dichiarati nonché il ministero dello Sviluppo economico e le Commissioni X e XI della Camera e del Senato ad attivarsi come richiesto in data 20 marzo per favorire il buon esito della vertenza».
Di seguito il comunicato diffuso al termine dell’assemblea che si è svolta il 14 aprile, ad Assago.
L’Assemblea di Telecity riunita il 14 aprile 2017 ha esaminato lo stato della vertenza sui 69 esuberi prospettati dal Gruppo.
I lavoratori ritengono grave che a oggi l’Azienda non abbia ancora accettato una seria trattativa sulle misure alternative ai licenziamenti.
È inaccettabile il continuo ritardo nei pagamenti degli stipendi e il loro dimezzamento da parte dell’impresa. È urgente che dal ministero dello Sviluppo economico e dalle commissioni parlamentari arrivi una risposta alle richieste di convocazione avanzate dalle Organizzazioni Sindacali nazionali. Telecity deve presentare un piano industriale ed editoriale vero, su cui si possa basare il mantenimento dei livelli occupazionali; solo in questo caso i lavoratori potranno considerare sostenibile un proseguimento dei sacrifici accettati in oltre quattro anni di ricorso agli ammortizzatori sociali.
In attesa dell’incontro con l’Azienda prospettato per il giorno 24, l’Assemblea affida alle OOSS un ulteriore pacchetto di 24 ore di sciopero, da effettuarsi secondo la valutazione delle strutture territoriali, con modalità e tempi da definirsi in base all’andamento del confronto sindacale.