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Internazionale 12 Mar 2007

Svezia: polemiche per il ministro degli esteri “loquace” sul blog

Bloggare o non bloggare? Questo è il problema, almeno per lo svedese Carl Bildt, finito nell’occhio del ciclone per la sua abitudine a condividere esperienze e opinioni con svariate migliaia di utenti della rete.

Bloggare o non bloggare? Questo è il problema, almeno per lo svedese Carl Bildt, finito nell’occhio del ciclone per la sua abitudine a condividere esperienze e opinioni con svariate migliaia di utenti della rete.

Un blogger come molti altri, se non fosse che Bildt ricopre la carica di ministro degli Esteri del governo di Stoccolma, e che proprio i suoi “post” hanno causato più di un imbarazzo all’esecutivo svedese. Da svariate settimane il 57enne Bildt ha iniziato a coltivare assiduamente il suo diario on-line, spesso scrivendo più di un intervento al giorno sulla sua vita personale ma anche sulla sua visione della politica e degli affari internazionali. Il blog in lingua svedese (http://carlbildt.wordpress.com/) fornisce inoltre dettagli sui suoi incontri ufficiali, opinioni su quanto accade nel mondo nonché commenti a quanto appare sui media. Un rapporto più che diretto col pubblico, insomma, aspramente criticato da più parti. “Non si tratta di un privato cittadino che parla tranquillamente del suo lavoro”, ha commentato Kent Asp, professore di giornalismo all’Università di Goteborg. “E’ un grande problema”, secondo Asp, il fatto che non sia mai chiaro quando il ministro esprime punti di vista “ufficiali” sul suo sito. Una critica alla quale Bildt ha risposto a tono: “Sono io che scrivo, punto e basta. Sono una persona come tante altre che è anche ministro degli Affari esteri”. Nei giorni scorsi, quando iniziarono a circolare le prime critiche al blog “ministeriale”, proprio dal suo sito internet Bildt aveva fatto notare che sia in Finlandia che in Estonia il primo ministro e il ministro degli Esteri hanno dei blog. La notizia veniva riportata in un post dal titolo ironico di “Minacce dall’est”: “Qualcuno – scriveva il ministro - vede questa abitudine come una minaccia, altri intravedono una speranza”. Bildt, membro chiave del governo di centrodestra che nel settembre scorso è succeduto all’esecutivo socialdemocratico, insiste che “là fuori c’è sete di informazione, e credo che dovremmo usare tutte le nuove tecnologie a disposizione per essere più aperti e più accessibili di quanto fossimo in passato”. Nonostante la difesa di Bildt, le critiche non si fermano: “I membri del governo – ha commentato Bertil Torekull in un editoriale del Dagens Nyheter, il quotidiano più diffuso in Svezia – hanno un mandato politico, e ogni loro azione assume di conseguenza una dimensione politica. Un ministro non è un qualsiasi navigatore del web”. Torekull si spinge fino a paragonare Bildt al presidente venezuelano Hugo Chavez, che settimanalmente appare in televisione per qualche ora e illustra i suoi punti di vista sul mondo: “Ci sono delle similitudini fra i due”, accusa Torekull. Ma anche all’interno dello stesso Dagens Nyheter c’è chi prende le parti del ministro: “I post di Bildt – scrive Peter Wolodarski, altro editorialista del giornale – sono un gradito complemento alle interviste e ai comunicati ufficiali, non un loro sostituto”. E mentre le polemiche non accennano per il momento a placarsi, Bildt può comunque già considerarsi soddisfatto: il suo blog ha raggiunto la ragguardevole cifra di 400 mila contatti dal momento del lancio, con centinaia di commenti inviati dai lettori. (9Colonne)

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