«Si è concluso presso il Tribunale commerciale n. 15 di Madrid il processo per la causa intentata dall'Associazione dei Media d'Informazione (Ami), che rappresenta 83 organi di informazione, contro Meta per concorrenza sleale e violazione sistematica delle normative europee sulla protezione dei dati». Lo si legge in una nota dell’Ami pubblicata il 2 ottobre 2025 sul sito web dell’Associazione dei redattori Europei, Iberoamericani e Caraibici (EditoRed).
Il comunicato prosegue sottolineando che l'Ami «ha presentato le sue conclusioni e ha chiesto una condanna contro Meta, sottolineando che non è l'investimento tecnologico ad aver permesso alla piattaforma di raggiungere una posizione dominante nel mercato pubblicitario, bensì lo sfruttamento illecito dei dati personali».
L’avvocato dell’Ami, Nicolás González-Cuéllar, nella sua relazione conclusiva ha evidenziato che «questa è una causa per concorrenza sleale, ma va oltre. È un processo in cui i media, che costituiscono il cuore della democrazia, difendono la propria esistenza perché la libertà di stampa è fondamentale per la società che servono. Invece di piattaforme oligarchiche, abbiamo bisogno di media diversificati che possano competere sul mercato affinché i cittadini possano accedere al diritto all'informazione e alla libertà di espressione».
Ami ha posto l’attenzione sul fatto che, tra il 25 maggio 2018 e il 31 luglio 2023, «Meta ha sfruttato i dati personali senza rispettare i requisiti delle normative europee, come il Regolamento generale sulla protezione dei dati, che impone a Meta di ottenere il consenso esplicito degli utenti per utilizzare i loro dati per pubblicità personalizzata, mirata e comportamentale, il che ha consentito all'azienda tecnologica di consolidare una posizione dominante nel mercato pubblicitario, generando notevoli perdite di profitti per i media».
La direttrice generale dell’Ami, Irene Lanzaco, ha sottolineato l'importanza di questa azione legale: «Questa causa è un passo essenziale per proteggere il pluralismo, garantire il diritto dei cittadini all'informazione e salvaguardare la libertà di stampa da modelli di business che mettono a repentaglio questi valori».
Il procedimento, conclude l’Ami, «è pronto per la sentenza. Nei prossimi mesi, il giudice emetterà una sentenza sulla causa intentata da Ami contro Meta». (anc)