La mobilitazione dei giornalisti per il rinnovo del contratto non è un semplice problema di categoria ma affonda le radici nella necessità di tutelare quel patrimonio comune di valori e principi ineludibile in un ordinamento democratico.
Questo patrimonio ideale è, per noi giovani, eredità storica. Ed è ancora segnato dall'impegno e dagli sforzi di quanti, nei decenni passati, hanno lottato per conquistarlo. Consideriamo, quindi, inammissibile che gli editori, con le loro ferme prese di posizione, vengano a minare diritti e libertà fondamentali, riconosciute ormai dal senso comune e dalla legge. Assistiamo alla progressiva riduzione del rapporto di sostanziale equità nei diritti che deve intercorrere tra datori di lavoro e dipendenti. Noi non possiamo rimanere in silenzio, in quanto giovani e cittadini. Le rivendicazioni dei giornalisti non sono, infatti, una questione alle nuove generazioni estranea. Lo spettro del precariato, alimentato dalle rigide decisioni degli editori, incombe in modo sempre più pressante anche sul mondo del giornalismo, costringendo chi si affaccia nell'universo del lavoro a guardare al futuro in una prospettiva di allarmante incertezza. Inoltre, assoggettare i capiredattori al ricatto dei contratti a termine rappresenta, a nostro avviso, un' implicita limtazione delle garanzie sindacali e delle libertà di opinione di questi professionisti. Queste righe vogliono essere strumento di sostegno ad una battaglia che ci coinvolge direttamente in quanto cittadini, giovani e desiderosi di un'informazione limpida e libera da vincoli. Giovani delle ACLI(GA)-Bolzano