Siddi sul caso Scajola: "I veri giornalisti sono amici solo della verità"
“Il vero giornalista è amico solo della verità ed ha l’obbligo di riferirla, sottraendosi a qualsiasi tentazione omissiva o richiesta censoria. Non è colpa della stampa o del lavoro rigoroso, rispettoso della deontologia professionale e dell’indipendenza di due giornalisti se Scajola ha lasciato l’Ufficio di Ministro dell’Interno. Non è l’informazione che fa male; soprattutto quando essa è fondata sulla verità ed è parte, anzi espressione di libertà e democrazia”. E’ quanto afferma Franco Siddi, presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, dopo gli ultimi sfoghi, riportati da organi di stampa, dell’ex ministro, che richiamano ipotesi di “imboscate” o di “polpette avvelenate” con velati riferimenti al lavoro dei cronisti del Sole 24 Ore e del Corriere della Sera, Gerardo Pelosi e Dino Martirano, testimoni e autori degli articoli sulle sue considerazioni fatte Cipro a proposito del caso Biagi. . Non è la prima volta che ciò accade quando si parla di politica, di economia, di poteri e rapporto con l’informazione. Ma i giornalisti hanno svolto con rigore e serietà il loro lavoro e sono responsabili solo della verità riferita (non smentita), che hanno l’obbligo di assicurare agli utenti, non delle conseguenze politiche che, sia chiaro _ prosegue Siddi – appartengono agli attori. L’amarezza di Scajola, per le conseguenze delle sue affermazioni e del suo errore, non può gettare ombre sull’informazione che, semmai, vede riaffermati i valori centrali dell’autonomia e dell’indipendenza che debbono valere sempre e con tutti. La Fnsi non esulta per lo scivolone e la caduta di Scajola ma – conclude il presidente della Federstampa - rileva come il libero e corretto lavoro dei giornalisti resti caposaldo di un sistema di informazione che voglia essere credibile e democratico”.