Il Segretario della Fnsi, Franco Siddi, risponde al collega Franco Di Mare, conduttore de "La vita in diretta", che in una recente trasmissione aveva trattato il tema della decurtazione degli stipendi o, in alternativa, del licenziamento degli operai Electrolux, ricatto preannunciato dalla multinazionale svedese.
"Caro Di Mare,
non sfugge ad un collega della tua sensibilità ed esperienza che la semplificazione insita nel mezzo televisivo può condurre a proporre alternative non fondate sull'esperienza comune che mette insieme, volta a volta, tinte forti e sfumature accentuate. E' il caso della vertenza Electrolux, dove la questione è ben lontana dall'essere ''prendere o lasciare''.
Volentieri riconosco l'apertura di una discussione, in una fascia oraria vocata spesso ad altri temi, su una questione assai seria di politica industriale e di drammatiche scelte di vita per i lavoratori coinvolti.
Consentimi, con il massimo rispetto del lavoro tuo e dei colleghi, di rimanere dell'opinione che suggerire alternative della natura trasmessa contribuisce alla creazione di un clima in cui l'unica variabile che può essere messa in discussione è sempre e soltanto quella del costo del lavoro e del prezzo che i lavoratori sono costretti a subire. Anche come sindacato dei giornalisti, con tanti colleghi in difficoltà o improvvisamente costretti alla cassa integrazione o alla prospettiva d’interruzione dell’attività a causa della crisi o di impostazioni datoriali di sola natura tecnica e finanziaria, siamo continuamente costretti a fare i conti con questa variabile, non condivisibile se tutto viene scaricato sul costo del lavoro e sui sacrifici dei lavoratori.
Grazie dell'attenzione con cui hai voluto farti carico del mio rilievo critico".
SUBJECT: AL SEGRETARIO SIDDI SU VICENDA ELECROLUX
SENT: SUNDAY, FEBRUARY 02, 2014 5:38 PM
Con viva preghiera di pubblicazione
gentile segretario,
consentimi di dubitare del fatto che tu abbia visto la puntata de La Vita in diretta dedicata alla vicenda Electrolux a cui fa riferimento la tuia nota del 29 gennaio scorso. Dubito che tu l'abbia vista perche credo che se ciò fosse avvenuto (fatto salvo l'inalienabile diritto di cronaca) non solo non avresti attaccato il lavoro eccellente svolto dalla redazione, ma l'avresti plaudito come esempio di buona informazione e di divulgazione, in un programma contenitore a carattere popolare. Grazie a quello spazio (in cui erano previsti ospiti qualificati, collegamenti e servizi chiusi) è stato finalmente chiaro che non si trattava di un dimezzamento delle retribuzioni dei dipendenti ma di una forte decurtazione pari circa a trenta percento della busta paga. Magra consolazione, certo, ma si trattava di un doveroso e responsabile chiarimento: non significa fare i giornalisti questo? Grazie a quello spazio, al quale abbiamo attribuito una parte cospicua del programma (sai citarmi altre trasmissioni che abbiano fatto altrettanto la scorsa settimana?) abbiamo tenuto alta la soglia dell'attenzione su una questione che ormai travalica i semplici confini sindacali e diventa politica ed economica.
E qui veniamo al punto contestato: la questione che differenzia la vicenda Electrolux da tutte le altre è proprio quella che abbiamo posto in maniera netta ed essenziale: può un'azienda mettere un dipendente di fronte al ricatto della decurtazione dello stipendio o del licenziamento? Se capitasse a noi cosa faremmo? Di grazia, cosa ci trovi di irresponsabile o pericoloso nel rivolgere alla gente la stessa domanda che tutti, TUTTI i quotidiani nazionali si sono posti nei loro commenti all'indomani della divulgazione della proposta della multinazionale? Ti sembra davvero così strano che l'abbiamo fatta? Tu davvero non l'avresti fatta? Se così fosse mi sarei aspettato allora una tua nota critica a fronte di un altro drammatico out out come quello che nacque all'indomani della vicenda dell'Ilva di Taranto, quando il pendolo della cronaca (e le conseguenti domande, caro segretario) oscillava tra la salute e il lavoro. Anche allora molti giornali e molte trasmissioni tv diedero voce alla domanda che era sulla bocca di tutti: ma voi volete che la fabbrica non chiuda anche se rischiate la vita? A tuo giudizio quella era buona informazione e la nostra no?
Vorrai scusare la veemenza argomentativa Segretario, ma trovo la tua nota ingiusta e totalmente fuori bersaglio. Non è questione di diritto di critica. Se avessi davvero visto lo spazio ne avresti colto il senso, le preoccupazioni, l'approccio professionale, che è poi quello che mettiamo sempre, ogni giorno, nel lavoro che facciamo.
Buon lavoro.
Franco Di Mare
DOMANDE TROPPO SEMPLIFICATE NELLA TRASMISSIONE "LA VITA IN DIRETTA"
SIDDI: VICENDA ELECTROLUX, MESSAGGI PERICOLOSI E INACCETTABILI
“La crisi del lavoro sta rendendo difficile, complicata e non sempre comprensibile l’esercizio dell’attività di informare il pubblico vasto. La vicenda dell’Electrolux di Pordenone pone domande angoscianti per tutti. Senza voler giudicare le scelte professionali di alcuno, sicuramente, per il Sindacato dei Giornalisti, come per qualsiasi Sindacato dei lavoratori, semplificare in maniera estrema il problema come quello dell’Electrolux, andando tra la gente con un microfono aperto (per una trasmissione contenitore televisiva del pomeriggio come “La Vita in Diretta”) su una domanda a chiedere “Lei pur di non perdere il posto di lavoro accetterebbe mezzo stipendio” appare una forma espressiva generatrice di panico più che di riflessione a uscire in avanti da problemi complessi.
C’è già abbastanza da essere spaventati per l’incertezza del lavoro in tutti i settori. Il Sindacato non potrà mai accettare nuove forme di schiavismo. Il lavoro non è lavoro se non è dignitoso e retribuito secondo giustizia. A volte il buon giornalismo non dipende solo dalle risposte che si riesce ad ottenere ma, troppo spesso, dalle domande che si fanno”. 29 gennaio 2014