La sicurezza dei giornalisti italiani all'estero, rilanciata dalla vicenda di Cecilia Sala, è stata al centro di un incontro tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano e i vertici della Federazione nazionale della Stampa italiana e dell'Ordine nazionale dei giornalisti. L'iniziativa, annunciata dalla Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni nella conferenza stampa di inizio anno del 9 gennaio, si è svolta venerdì 14 febbraio a palazzo Chigi.
Nell'incontro - presenti anche esponenti del Dipartimento dell'Editoria, del ministero degli Esteri e delle Agenzie di Intelligence - Mantovano ha illustrato l'idea del governo che è quella di mettere a disposizione dei giornalisti italiani il patrimonio di informazioni su sicurezza e instabilità nei diversi teatri del Dipartimento delle informazioni per la Sicurezza. Un servizio che il Dis già svolge nei confronti dei funzionari della pubblica amministrazione e degli esponenti del sistema economico italiano che si trovano a operare in questi teatri.
I funzionari del Die hanno sottolineato l'importanza della formazione dei giornalisti, mentre il segretario generale del ministero degli Esteri Riccardo Guariglia ha ricordato che la Farnesina, oltre a fornire un costante aggiornamento sui rischi anche sanitari nei diversi Paesi del mondo attraverso il sito dell'Unità di crisi, mette a disposizione un servizio di registrazione e geolocalizzazione attraverso una app che, su base volontaria, è uno strumento utile per ridurre i tempi di intervento in caso di eventi gravi. Un servizio poco sfruttato dai giornalisti italiani, visto che al momento risultano registrati 14 colleghi, metà dei quali in Paesi che non presentano particolari rischi per la sicurezza personale.
Il segretario vicario Fnsi Domenico Affinito ha ricordato come oggi la copertura giornalistica delle aree di crisi sia garantita da tanti freelance che, a differenza dei giornalisti assunti, non hanno copertura assicurativa e ha chiesto al sottosegretario Mantovano di approfondire la possibilità di individuare fondi pubblici da destinare a questo scopo nel nome del servizio che questi colleghi freelance rendono alla nostra democrazia in termini di informazione e conoscenza di ciò che accade nei diversi Paesi del mondo. Ipotesi che il sottosegretario Mantovano ha preso l'impegno di esplorare.
Il presidente dell'Ordine Carlo Bartoli, invece, ha sottolineato l'importanza dei protocolli di evacuazione dai Paesi in guerra e la necessità di un supporto psicologico ai colleghi vittime o spettatori di eventi tragici nei teatri di crisi. L'incontro si è chiuso con la definizione di un percorso comune di supporto ai giornalisti italiani il cui primo passo sarà un convegno gestito dal ministero degli Esteri che coinvolgerà direttori e inviati di guerra italiani, freelance compresi.