È stato registrato alla Corte dei conti il DPCM 17 aprile 2025 per l'individuazione degli interventi a favore del settore dell'editoria per l'anno 2025 e la ripartizione delle risorse ad essi destinate, pari a 82 milioni di euro a valere sul Fondo unico per il pluralismo e l'innovazione digitale dell'informazione e dell'editoria. Ne dà notizia sul proprio sito web, venerdì 30 maggio 2025, il Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria.
Le risorse sono così ripartite: 10 milioni per il contributo alle edicole; 3 milioni per il contributo a favore dei 'punti vendita non esclusivi'; 4 milioni per il contributo alle imprese di distribuzione di quotidiani e periodici; 65 milioni per il contributo per le copie vendute nell'anno 2023 a favore delle imprese editrici di quotidiani e periodici.
Per quanto riguarda le misure a sostegno delle imprese editrici di quotidiani e periodici, «in considerazione degli effetti economici derivanti dall'eccezionale incremento dei costi di produzione e al fine di sostenere la domanda di informazione, alle imprese editrici di quotidiani e periodici - si legge nel Decreto - è riconosciuto un contributo straordinario pari a 10 centesimi di euro per ogni copia cartacea venduta nel corso dell'anno 2023, anche mediante abbonamento, in edicola o presso punti di vendita non esclusivi. Le copie oggetto di vendita in blocco non sono considerate ai fini dell'agevolazione».
L'efficacia di tale disposizione «è subordinata, ai sensi dell'articolo 108, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, all'autorizzazione della Commissione europea». Pertanto, i requisiti e le modalità per la fruizione dei contributi in favore delle imprese editrici saranno definiti con provvedimento del Capo del Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria da adottarsi entro 45 giorni dalla pubblicazione della decisione della Commissione Europea.
«A sostegno del settore arrivano altri 82 milioni, oltre al finanziamento di oltre 350 pensionamenti. Per questo è difficile comprendere e assecondare gli editori che, al tavolo contrattuale, continuano a chiedere soldi e lamentarsi della mancanza di finanziamenti», commenta Alessandra Costante, segretaria generale Fnsi. (mf)