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Un momento della conferenza stampa
Istituzioni 09 Gen 2025

Meloni: «Favorevole all'equo compenso ai giornalisti». Costante: «Il ministero approvi la proposta di Ordine e Fnsi»

Rispondendo alle sollecitazione del presidente del Cnog Carlo Bartoli durante la conferenza stampa di inizio anno, la premier si dice d'accordo «su una legge che porta il mio nome. Sono a vostra disposizione». E apre all'idea di un tavolo per tutelare i cronisti all'estero. La segretaria generale: «Restano insolute le questioni della presunzione di innocenza, delle azioni legali temerarie, della riforma della diffamazione». Il presidente Di Trapani: «Meloni conferma i bavagli».

«Su una legge che porta il mio nome (per introdurre l'equo compenso per i giornalisti, ndr) non posso che essere d'accordo, c'è al ministero della Giustizia un Osservatorio insediato e operativo anche con le associazioni dei giornalisti. Io sono assolutamente favorevole e a disposizione, ci sono alcuni Ordini che hanno dato attuazione alla norma. Quindi sono favorevole e a vostra disposizione». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa di inizio anno, giovedì 9 gennaio 2025, rispondendo alle sollecitazioni del presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli.

Meloni si è anche soffermata sull'opportunità di ragionare su come fare «un salto di qualità nella protezione» dei giornalisti che vanno in giro per il mondo. «Il giornalismo di inchiesta – ha osservato – è una delle cose più straordinarie che abbiamo. In passato ho chiesto al sottosegretario Mantovano di promuovere un incontro con i vertici della stampa per capire quali strumenti e regole di ingaggio adottare per proteggere le persone, per evitare situazioni come quella accaduta a Cecilia Sala».

Aperture su «due temi molto importanti che riguardano direttamente la libertà di informazione» che la Federazione nazionale della Stampa italiana «accoglie con favore», commenta la segretaria generale Alessandra Costante. 

«Sull'equo compenso per i giornalisti lavoratori autonomi e collaboratori coordinati e continuativi, che oggi vengono sfruttati da molte aziende con retribuzioni molto al di sotto della semplice sussistenza, è necessario che il ministero della Giustizia dia seguito alla proposta elaborata da Ordine e Fnsi, che giace da oltre un anno in un cassetto di via Arenula. Così come il sindacato, nel rispetto del lavoro degli inviati e dei giornalisti d'inchiesta, è disponibile a partecipare al tavolo annunciato dalla presidente del Consiglio e affidato al sottosegretario Mantovano», rileva Costante.

Anche se «dal nostro punto di vista – incalza la segretaria generale - restano però insolute le questioni sulla libertà di stampa che riguardano la modifica all'articolo 114 del Codice di procedura penale, la presunzione di innocenza, le azioin legali temerarie, la proposta di legge sulla diffamazione a mezzo stampa, per la quale continuiamo a chiedere la depenalizzazione».

Sui social il presidente Vittorio di Trapani sottolinea che «la presidente del Consiglio Giorgia Meloni conferma i bavagli alla stampa» e che «sul divieto di pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare e sull'inasprimento delle sanzioni economiche per la diffamazione Meloni ignora norme e sentenze europee». Infine, «in merito al confronto sul lavoro degli inviati e dei giornalisti d'inchiesta all'estero, ovviamente, sempre aperti al dialogo, ma - rimarca - è evidente che non potrà trasformarsi in un cavallo di Troia per un controllo governativo sull'informazione. E, del resto, basta vedere l'insofferenza del governo nei confronti del giornalismo d'inchiesta in Italia per avere più di qualche legittimo sospetto».

Fra le questioni sollevate dal presidente Bartoli in apertura della conferenza stampa, oltre all'allarme «su una serie di provvedimenti legislativi che restringono in maniera preoccupante la libera informazione in materia di cronaca giudiziaria e cronaca nera», la riforma della professione, «che non può essere - ha scandito il presidente del Cnog - il pretesto per mettere le mani, come qualcuno vorrebbe, sulle norme che regolano l’autogoverno della professione»; un ringraziamento al Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria guidato dal sottosegretario Alberto Barachini per «l'opera attenta e tenace di sostegno» al settore; l'irruzione dell'intelligenza artificiale nelle redazioni.

Fra gli argomenti toccati dalla presidente del Consiglio, che pure ha rimarcato alcune posizioni in merito ai rilievi mossi dal presidente del Cnog, anche la liberazione di Cecilia Sala, i rapporti con Donald Trump e Elon Musk, le questioni di politica estera e interna, lavoro ed economia, oltre ai temi di attualità e quelli di più spiccato interesse per la categoria.

@fnsisocial

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