Sabato 16 novembre
sciopero generale
dei giornalisti
L'incontro con Maroni
slittato a oggi
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: “La Giunta della Federazione Nazionale della Stampa ha deciso che lo sciopero generale dei giornalisti, già proclamato, si svolgerà sabato 16 novembre prossimo. La data è la prima utile, determinata dal rispetto della legge sulla regolamentazione del diritto di sciopero nei servizi pubblici (e quindi anche nella Rai) che prevede un tentativo di conciliazione obbligatorio entro cinque giorni e un successivo periodo di preavviso di dieci giorni. Le modalità dell’astensione dal lavoro dei giornalisti di tutti i settori saranno precisate nei prossimi giorni in relazione alle riunioni già previste. La Federazione della Stampa è costretta a chiamare i giornalisti italiani all’azione sindacale dopo l’interruzione del negoziato con la Federazione Italiana Editori Giornali sui temi della previdenza, dell’occupazione e della qualità dei prodotti informativi. La Fieg, in due lunghe riunioni, ha continuato a pretendere un abbattimento delle sanzioni previste per le aziende che non pagano i contributi previdenziali, un contenzioso accertato di oltre 60 milioni di Euro. Un condono che si tradurrebbe in un regalo agli editori se non vi fossero precise misure che garantiscano il futuro previdenziale dei giornalisti, a cominciare da un aumento dei contributi a carico delle aziende. Gli editori sarebbero disposti ad accettare aumenti contributivi solo se questi fossero caricati integralmente sul costo dell’imminente rinnovo contrattuale biennale, a scapito degli aumenti retributivi. La Fieg respinge quindi una intesa complessiva che preveda anche la modifica della limitazione del cumulo tra pensione e reddito da lavoro e l’erogazione di una integrazione straordinaria in favore dei giornalisti pensionati; una posizione alla quale si aggiunge una richiesta esplicita di pesanti modifiche al sistema previdenziale, ben oltre quelle proposte dall’Inpgi, fino all’introduzione per i giornalisti del meccanismo di calcolo contributivo secco che ridurrebbe fortemente le pensioni. La Fieg, nella trattativa con la Fnsi, ha minacciato inoltre di chiedere lo stato di crisi per l’intero settore dell’informazione mettendo a rischio l’occupazione e sostenendo che la richiesta di attivazione dei prepensionamenti e della cassa integrazione non deve più essere subordinata ad accertati dati negativi dei bilanci, come prevede l’attuale legislazione. Gli editori hanno lasciato intendere che alle richieste di tagli occupazionali in alcune importanti aziende se ne aggiungeranno altre nelle prossime settimane. Gli editori , ancora, hanno respinto la richiesta dei giornalisti di estendere il Fondo di Previdenza Complementare della categoria alle colleghe ed ai colleghi freelance; inoltre hanno giustificato le iniziative di alcune aziende contro l’attività sindacale dei giornalisti ed il ruolo della professione. La Fnsi denuncia questo disegno della Fieg che rappresenta un attacco all’autonomia e ai diritti della categoria. Un attacco che in molte aziende si è già tradotto in iniziative che hanno dequalificato il prodotto informazione, anche attraverso l’utilizzo del lavoro nero e precario e di service esterni. I giornalisti difendono pertanto il diritto dei cittadini ad avere una informazione di qualità, pluralista e corretta. Il Sindacato dei giornalisti, proprio in questi giorni, affronta, insieme alle altre organizzazioni dei lavoratori, tante gravi situazioni aziendali che mettono in pericolo l’occupazione, l’autonomia e la qualità dell’informazione. La Giunta della Federazione della Stampa informerà il Governo delle proprie ragioni nell’incontro con il Ministro del Lavoro, Roberto Maroni, previsto per ieri, ma slittato a questa mattina, ore 11 per impegni parlamentari.”