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Appuntamenti 20 Mag 2008

Riccione, 2 giugno: Teatro inchiesta, il "caso Spampinato" di Roberto Rossi e Danilo Schininà al premio Ilaria Alpi

“Il caso Spampinato. Inchiesta drammaturgica” debutterà in prima nazionale il 2 giugno alle 21.15 al Teatro del Mare di Riccione, ospite del Premio Ilaria Alpi. Oltre a Danilo Schininà, che interpreterà Giovanni Spampinato, sul palco si muoveranno Marcello Perrachio – noto al grande pubblico come il medico legale nella fiction “Il commissario Montalbano” – nel ruolo del giudice Tommaso Auletta, Alessandro Sparacino alias Roberto Campria e Nicoletta La Terra nel ruolo della teste chiave Elisa Ilea. Lo spettacolo è patrocinato dall’Ordine nazionale dei giornalisti, dalla Federazione Nazionale della Stampa e dal Segretariato Sociale Rai.

“Il caso Spampinato. Inchiesta drammaturgica” debutterà in prima nazionale il 2 giugno alle 21.15 al Teatro del Mare di Riccione, ospite del Premio Ilaria Alpi. Oltre a Danilo Schininà, che interpreterà Giovanni Spampinato, sul palco si muoveranno Marcello Perrachio – noto al grande pubblico come il medico legale nella fiction “Il commissario Montalbano” – nel ruolo del giudice Tommaso Auletta, Alessandro Sparacino alias Roberto Campria e Nicoletta La Terra nel ruolo della teste chiave Elisa Ilea. Lo spettacolo è patrocinato dall’Ordine nazionale dei giornalisti, dalla Federazione Nazionale della Stampa e dal Segretariato Sociale Rai.

Sono trascorsi più di trentacinque anni dalla morte di Giovanni Spampinato, il corrispondente da Ragusa de “L’Ora” e de “L’Unità” assassinato dal figlio di un alto magistrato, Roberto Campria, principale sospettato di un delitto sul quale il venticinquenne Spampinato indagava e scriveva cercando di andare oltre le indagini sonnacchiose della Procura e le cronache omologate degli altri corrispondenti, e rispetto al quale credeva ci fosse un collegamento con il consorzio criminale fra destra eversiva e criminalità organizzata che aveva già documentato con diverse inchieste uscite sul quotidiano del pomeriggio palermitano. Dallo studio di quelle inchieste, degli atti processuali di quei delitti, delle perizie e degli interrogatori della polizia giudiziaria, degli articoli di giornale e delle lettere di Giovanni al fratello Alberto è nata “l’inchiesta drammaturgica sul Caso Spampinato”. Una pièce nella quale le parole trascritte nei faldoni ingialliti e abbandonati negli archivi dei tribunali di Ragusa e di Catania, prendono voce e gridano una verità insabbiata e una giustizia negata per un giornalista colpevole di “non essersi fatto i fatti suoi”. Gli autori Roberto Rossi e Danilo Schininà (quest’ultimo anche interprete e regista) hanno tagliato e ricucito insieme quelle pagine, assieme a quel ticchettio dei martelli della Olivetti che segnavano il trascorrere del tempo a casa Spampinato, a quelle convulse telefonate tra vittima e carnefice ricostruite nelle comunicazioni tra Giovanni e il fratello, cadenzate da flashback che riportano all’infanzia di Giovanni e di Campria e illuminano sul percorso giudiziario che portò alla blanda pena dell’omicida. E poi quella spasmodica corsa di Giovanni verso la verità, una corsa in solitaria ma condivisa con i suoi lettori, tanto distante dai silenzi dei colleghi delle altre testate e dagli omissis di chi gestiva le carte. Una corsa interrotta in una Cinquecento bianca, una notte di ottobre del 1972, a pochi metri dal carcere della città iblea, dove il carnefice si consegnerà dopo aver esploso sei colpi di pistola contro il giovane cronista.

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