E' completamente bianca, nel sito della Commissione di Vigilanza Rai, la pagina sotto il titolo ''Composizione'', dove in genere sono elencati i nomi dei 40 tra deputati e senatori che ne fanno parte. E' il segno piu' evidente di un vero e proprio terremoto istituzionale che oggi ha azzerato e poi riformato dalle ceneri, la bicamerale che ha il compito di vigilare sul servizio pubblico radiotelevisivo.
(di Elisabetta Stefanelli) (ANSA) - ROMA, 21 GEN - Tutto questo per togliere da quell'elenco l'unico nome su 40 che non e' stato riconfermato, quello di Riccardo Villari, sostituito da Mauro Ceruti del Pd. Mentre resta nella commissione Sergio Zavoli, che prendera' il posto di presidente secondo un accordo bipartisan annunciato all'indomani dell'elezione di Villari, senatore del Pd che era stato votato da 21 del centrodestra e 2 del centrosinistra, e per questo e' stato espulso dal partito. Il presidente che resiste e che per oltre due mesi ha respinto ogni richiesta di dimissioni a San Macuto non c'e' piu', ma sicuramente si fara' sentire come ha fatto oggi fino all'ultimo, convocando per venerdi' una riunione di una Commissione di Vigilanza che le Giunte di Camera e Senato avevano gia' revocato. I presidenti dei due rami del Parlamento dopo la decisione hanno poi inviato una lettera a tutti i componenti, compreso Villari e anche Marco Beltrandi del Pd che continua l'occupazione di san Macuto, e Luciano Sardelli (Mpa), i soli che non si erano dimessi ma che hanno la riconferma. E i due deputati contestano le procedure spiegando che ''si apre una stagione di contenzioso'', come sostiene Sardelli. Resta in prima linea anche il presidente uscente Villari che starebbe pensando ad un ricorso alla Corte Costituzionale. Lo avrebbe voluto annunciare pubblicamente durante la seduta convocata venerdi', cosa che probabilmente non riuscira' piu' a fare. Uno dei suoi consulenti, il costituzionalista Paolo Tesauro, si limita a dire che ''con la revoca di una commissione di garanzia e' finita l'autonomia di tali organi e si e' scelto di percorrere una strada molto pericolosa che mette in discussione un principio sacro''. Una revoca, scrivono Fini e Schifani realizzata ''per consentire il rinnovo integrale dell'organo''. Infatti erano gia' pronte le lettere con l'indicazione dei ''nuovi'' nomi e seguira' a breve la convocazione della commissione con all'ordine del giorno l'elezione del presidente che, con volonta' bipartisan, si puo' fare alla prima seduta. Sara' Zavoli, il senatore al quale aveva ceduto il posto Nicola Latorre, travolto poi dallo scandalo del pizzino e non piu' reintegrato oggi al posto dell'uscente Villari.