«Se definire "spazzatura" i giornalisti è un'azione già di per sé inaccettabile, farlo in quella che rappresenta la massima espressione della democrazia, e cioè la sala di un consiglio comunale, è inqualificabile. La stampa è il primo mezzo di comunicazione di cui la politica si avvalla durante le elezioni, e sputare nel piatto in cui si mangia è diventata purtroppo l’abitudine di chi spesso governa e decide anche che i giornalai e le edicole devono essere spostate per una 'riqualificazione' del centro storico, senza tutelarne il valore sociale e storico». Lo scrive in una nota l’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna, denunciando un episodio avvenuto lunedì 20 febbraio 2023.
«Per rispondere all'esponente del M5S Gianni Bertucci del Consiglio Comunale di Reggio Emilia - continua la nota -, che oltre a definirci spazzatura ha parlato di "stampa di regime", vogliamo citare un passaggio di De André: “Anche la spazzatura ha la sua dignità: dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”».
Attraverso il comunicato Aser «condanna sia il linguaggio utilizzato l'altro giorno nella Sala Tricolore del Comune di Reggio Emilia, sia la mozione passata sullo spostamento delle edicole dal centro storico, con tutti i commenti al seguito, che denigrano non solo l’informazione ma condannano una categoria di lavoratori, che nonostante la difficoltà oggettiva in cui versa in questo particolare momento storico l'intero settore, continua a informare il lettore senza “se” e senza “ma”».
Il sindacato regionale denuncia l’atteggiamento di alcuni politici: «Quando si è in campagna elettorale, oppure si vuole fare propaganda i media sembrano essere il modo migliore per far arrivare il messaggio ai propri (e) lettori. In quella circostanza i giornalisti, e chi lavora nel mondo dell'informazione, non sono più spazzatura?».
La nota si chiude con un auspicio: «Relegare le edicole chissà dove non è riqualificazione ma una condanna alla libertà d’informazione. Le soluzioni non sono mai quelle che vanno verso la distruzione, per questo crediamo fortemente in un dialogo costruttivo e nella comunicazione come spazio comune, con l’altro e non contro l’altro».