Redazioni deserte
ai periodici Edit
di Alberto Donati
Da venerdì scorso
giornalisti in sciopero
E' del 100% l'adesione allo sciopero dei giornalisti delle testate Bella, Pratica, La mia boutique, Quattrozampe, La buona cucina, Un mese in cucina di Alberto Donati. Da venerdì scorso le redazioni sono deserte, e il primo effetto sarà la mancata uscita in edicola del settimanale Bella. È la prima risposta al progetto dell'Editore che vuole liberarsi di 18 giornalisti su 51. L'Editore ha presentato un piano che richiede, al di fuori dei termini di legge, il riconoscimento dello stato di crisi e la concessione di una cassa integrazione che maschera il licenziamento di fatto di quelli che considera esuberi. Dopo aver eluso il dovuto confronto sindacale e respinto ogni ipotesi di mediazione al tavolo dell'Agenzia per il Lavoro della Regione Lombardia, dove si è registrato un mancato accordo, la casa editrice intende procedere unilateralmente alla messa in cassa integrazione dei colleghi a partire dal 16 settembre. Nei giorni scorsi i Direttori hanno comunicato al Comitato di Redazione le liste dei colleghi, e da un giorno all'altro si attendono le lettere. La vicenda è grave anche perché l'editore ha chiesto lo stato di crisi "in anticipo" di un anno sui tempi previsti dalla legge, tentando quindi una forzatura inaccettabile che se venisse invece avallata dal Ministero del Lavoro aprirebbe la corsa di tanti altri editori. Inoltre il piano prevede l'unificazione di due redazioni che dovrebbero lavorare indifferentemente per due testate, violazione contrattuale che molto plausibilmente verrà tentata comunque. Lo sciopero di cinque giorni, che si conclude domani, è la prima forte risposta dei colleghi, che all'inizio della vertenza avevano affidato al CdR un pacchetto di 18 giorni di sciopero. La notizia Milano, 6 settembre 2002 Cinque giorni di sciopero da oggi dei giornalisti delle testate Bella, Pratica, La mia boutique, Quattrozampe, La buona cucina, Un mese in cucina di Alberto Donati. È la prima risposta al progetto dell’Editore che vuole liberarsi di 18 giornalisti su 51. L’Editore ha presentato un piano che richiede, al di fuori dei termini di legge, il riconoscimento dello stato di crisi e la concessione di una cassa integrazione che maschera il licenziamento di fatto di quelli che considera esuberi. Dopo aver eluso il dovuto confronto sindacale e respinto ogni ipotesi di mediazione al tavolo della Regione Lombardia, la casa editrice intende procedere unilateralmente alla messa in cassa integrazione dei colleghi a partire dal 16 settembre. Contro questa decisione il Comitato di redazione, sentita l¹Assemblea, decide di mettere in atto una prima tranche del pacchetto dei 18 giorni di sciopero che gli era stato affidato all’inizio della vertenza. Il Cdr diffida l’Azienda e i Direttori dal prendere nei giorni di sciopero qualsiasi iniziativa volta a proseguire la lavorazione redazionale dei prodotti, in particolare il ricorso a collaboratori e service per sostituire i giornalisti in sciopero. Il Cdr Edit