«La discussione sul canone in bolletta dimostra che non esiste futuro per la Rai se non si risolve la questione della certezza delle risorse. Come è noto, non abbiamo né totem né tabù: quello che ci interessa è che finalmente il servizio pubblico abbia risorse certe, di lunga durata, autonome e indipendenti. In modo da poter fare un serio piano industriale, senza dipendere anno per anno dal governo di turno». È quanto afferma, in una nota, l'Esecutivo Usigrai.
«Non è una nostra pretesa – rilevano i rappresentanti sindacali – ma un preciso obbligo in capo allo Stato, sancito dal Contratto di Servizio. Oltre che un pilastro di tutte le indicazioni europee sulla libertà dei Servizi pubblici radiotelevisivi e multimediali. Ricordiamo infine che pendono ancora davanti al Consiglio di Stato ben 3 ricorsi sul taglio di 150 milioni imposto nel 2014. Quei pronunciamenti sono oggi ancor più indispensabili per fare chiarezza su come sono state create le condizioni per ridimensionare il Servizio Pubblico».
L'auspicio è «che il tema della certezza delle risorse venga assunto come priorità dal nuovo vertice della Rai. Perché altrimenti – conclude l'Usigrai – i disastri di questi anni su questo tema rischiamo che vengano pagati dalle lavoratrici e dai lavoratori».