«Poche settimane per evitare il disastro per la Rai. L'incertezza sulle risorse, l'intervento sugli affollamenti pubblicitari, l'assenza di chiarezza sulla missione alla vigilia del rinnovo della Concessione e l'inserimento nella lista Istat delle pubbliche amministrazioni mettono in serio pericolo l'autonomia, l'indipendenza e anche il perimetro della Rai Servizio Pubblico». È quanto affermano in una nota congiunta Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind-ConfSal, UsigRai e AdRai.
«L'insieme di questi provvedimenti – proseguono i sindacati aziendali – rischia di affidare alla Rai addirittura risorse inferiori agli anni precedenti. Questo esporrebbe l'azienda al ridimensionamento delle attività di Servizio Pubblico con la conseguenza di dover intervenire sulle attività produttive e sull'organico».
Sul fronte del canone, del resto, nonostante il positivo inserimento in bolletta, a 2016 ormai quasi concluso non si conosce l’entità definitiva dell’incasso. «Eppure – si legge ancora nella nota – la Legge di Stabilità ha già deliberato per il 2017 un taglio del 10%. E ciò si va ad aggiungere al prelievo forzoso del 5%, circa 90 milioni, per la legge 190 del 2014. Questo dimostra quanto paventiamo da anni: consegnare il finanziamento del Servizio Pubblico alle mani della maggioranza di turno, o peggio ancora alla fiscalità generale, mina l'autonomia e l'indipendenza gestionale, editoriale e produttiva della Rai. Qualsiasi azienda ha bisogno di certezza di risorse nel lungo periodo. Chiediamo ricavi certi per tutto il periodo della nuova Concessione».
Le sigle sindacali e le associazioni firmatarie del documento evidenziano poi come «purtroppo in questi mesi non si sia voluto tener conto delle considerazioni e delle richieste di sindacati e associazioni della Rai, mentre per parlare del servizio pubblico sono state audite a vario titolo associazioni datoriali e anche imprese radiotelevisive private. E ora emerge l'idea di un intervento sul fronte degli affollamenti pubblicitari. Nei fatti una riduzione per la Rai, unita alla riduzione del canone, e senza intervenire sulle norme antitrust. Un danno alla Rai in favore dei privati».
Una situazione che suscita perplessità e quesiti: «Quale è l’obiettivo di una diminuzione del valore della azienda Rai, anche a danno di tutti i cittadini? Per favorire chi? Gruppi internazionali? Non lo si vede il travaso dei ricavi pubblicitari già in atto a favore dei nuovi giganti dei “media”? E chi rimane adeguatamente forte sul mercato italiano per raccontare l’Italia? Non è immaginabile che la Concessione di Servizio Pubblico alla Rai non sia attribuita con chiarezza e nettezza, evitando ulteriori possibilità di depauperamento di quello che è stato e dovrà essere il servizio pubblico radiotelevisivo italiano», incalzano sindacati e associazioni.
«Sentiamo l'esigenza – conclude la nota – di un confronto su quella che dovrà essere la ridefinizione del servizio pubblico radiotelevisivo, provando a perimetrare la delega conferita dal Parlamento al Governo su una materia così delicata. È preoccupante che sia sparita dalla Legge di Stabilità la norma promessa per sottrarre la Rai dalla lista Istat, mentre la deroga è stata assicurata ad almeno un'altra azienda. Per questo chiediamo sin da ora al prossimo Governo di aprire un confronto serio con i sindacati: senza interventi urgenti entro il 31 gennaio 2017, è a rischio la tenuta del Servizio Pubblico e della reale autonomia dell'informazione, della qualità della produzione culturale e dell'intrattenimento nel nostro Paese».