L'accesso ai programmi della Rai attraverso Google, YouTube o altre piattaforme "potrebbe portare ad una nuova situazione tipo 'big brother' orwelliano in chiave moderna".
L'avvertimento arriva dalla presidente della Rai Anna
Maria Tarantola nel corso dell'audizione davanti alla commissione sui diritti
Internet a Montecitorio, presieduta da Laura Boldrini.
"Oggi - rileva Tarantola - un utente radio o tv se
ha un problema con la Rai (diffamazione, abuso del diritto di cronaca, mancata autorizzazione all'uso dell'immagine, ecc.) sa di poter
contare sulle leggi italiane ed europee che ne proteggono i diritti e quindi si 'fida' di Rai e condivide una serie di informazioni
personali, perché sa di essere tutelato".
"Ma questa tutela su Internet rischia di non esser
più garantita. Mettiamo ad esempio - spiega la presidente - il caso di un
cittadino che accede a programmi Rai attraverso le piattaforme
Google, YouTube o via Facebook. Pensa di trovarsi in ambiente Rai, ma in realtà
il suo rapporto è con Google, YouTube o Facebook, e come tale è regolato, in
base alla Direttiva europea sul commercio elettronico, dalle leggi dello stato
di California. Tutti i suoi dati, anche quelli sensibili, smettono di essere di
sua proprietà e diventano patrimonio dell'azienda californiana".
"I dati che possono essere rilevati attraverso il
controllo del consumo televisivo - sottolinea la presidente della Rai - sono
assai sensibili ed attengono alla sfera dei diritti individuali più intimi, ed
il fatto che un'azienda possa sapere se un certo utente cambia canale quando appare un certo politico, o si
sintonizza quando ne appare un altro, è una violazione della privacy ed apre -
ribadisce Tarantola - un pericoloso processo che potrebbe portare ad una nuova
situazione tipo 'big brother' orwelliano in chiave moderna".
"Sarebbe un danno gravissimo per la Rai - scandisce
Tarantola - se il rapporto di fiducia fra il servizio pubblico e i suoi
cittadini si spezzasse e venisse messo in discussione, perché la fiducia è un
bene prezioso per ogni servizio pubblico". (AdnKronos - Roma, 30 marzo 2015)