Rai, Natale (Usigrai): "Gravi le dichiarazioni di Berlusconi. Qualcuno a Saxa Rubra scheda i giornalisti? Poco dignitoso il silenzio della tv pubblica su quanto ha affermato il premier".
Franco Siddi (Presidente Fnsi): "Il pluralismo non è proprietà privata. I giornalisti non sono camerieri"
''E' di estrema gravita' la dichiarazione del presidente del Consiglio che afferma di ''aver visto le liste dei giornalisti Rai'' e ne trae considerazioni sui loro orientamenti politici. Significa che qualcuno, a viale Mazzini, fa l'informatore dell'on. Berlusconi, e magari provvedere per suo conto a schedare i giornalisti?''. E' quanto si chiede il segretario dell'Usigrai Roberto Natale. ''Peraltro - aggiunge Natale - le informazioni che il presidente del Consiglio dice di avere sono largamente sbagliate. E' vero che i giornalisti sono iscritti per l'85%, ma al sindacato unitario, all'Usigrai, la rappresentanza di tutti i giornalisti Rai, di qualsiasi orientamento poitico e di nessun orientamento politico. Tutti d'accordo, pero', nel rifiutare quelle schedature di tipo sovietico nelle quali si e' esibito l'on. Berlusconi''. (Adnkronos) ''E' un silenzio poco dignitoso quello che il vertice Rai sta osservando da ieri sera sulle dichiarazioni del Presidente del Consiglio a proposito delle liste dei giornalisti del servizio pubblico'': a sottolinearlo e' Roberto Natale, segretario dell'Usigrai. ''L'on. Berlusconi ha affermato di aver letto elenchi di dipendenti Rai e di averne catalogato le appartenenze politiche'', ricorda Natale in una nota. ''Come fanno il direttore generale e i quattro consiglieri di amministrazione a non avvertire l'obbligo di una risposta, che ricordi al Presidente del Consiglio che nemmeno a lui e' lecito procedere a queste schedature? E' lo stesso vertice che, in altre recenti occasioni, si e' profuso in scuse e riparazioni non richieste. Ora tace, evidentemente perche' timoroso di dare una pur minima dimostrazione di autonomia nei confronti del capo del governo''. Per il segretario Usigrai, ''la dignita' dell'azienda e dei suoi dipendenti viene molto dopo le convenienze e gli opportunismi. E' l'immagine di una Rai piegata, il cui vertice e' privo di ogni senso di appartenenza all'azienda che guida. La pensano in maniera radicalmente diversa i giornalisti del servizio pubblico, che attiveranno ogni possibile iniziativa perche' le gravi dichiarazioni del Presidente del Consiglio ottengano la censura che meritano''. (ANSA). L’informazione libera non è pubblicità né tanto meno propaganda. Il suo contenuto attiene alla conoscenza e vive di una circolazione di notizie e di idee trattate con libertà di coscienza. I giornalisti liberi non sono camerieri. Di nessuno. Il presidente del Consiglio, quando si lancia in assalti all’arma bianca contro i giornalisti “colpevoli” di alimentare con il loro lavoro la conoscenza delle cose e quindi anche il libero dibattito critico sulle scelte del potere, dovrebbe avere a mente sempre questo concetto e rispettarlo. Le parole sui giornalisti noti per essere tutti “iscritti a sindacati di sinistra” sono poi un tradimento della verità e un’inutile grida lanciata nella rissa politica, dove sarebbe bene portare ben altro. L’informazione fa il suo dovere. Quando esprime schieramenti lo fa con chiarezza, perché questi sono pubblicamente manifesti. Ma è inutile e non va bene invocare fantasmi, cercare scuse, girare i dati per tornaconto politico. Le gambe di queste parole restano corte e i fatti poi si imporranno in maniera dirompente. In Italia esiste un sindacato unitario e pluralista di tutti i giornalisti italiani che non ama e non accetta interferenze di forze esterne e invadenze di campo. Ciascuna testata giornalistica, anche quelle che ci piacciono di meno, imposta il proprio sommario secondo scelte professionali autonome, nel rispetto della linea editoriale che è nota al pubblico. Non è perciò condivisibile ed è inaccettabile l’ultimo attacco mirato contro i giornalisti del congresso Ds fatto dal presidente del Consiglio dei Ministri. Il pluralismo dell’informazione non è proprietà privata, né è in capo agli uomini politici. E’ un bene prezioso che chi ha responsabilità pubbliche più di altri dovrebbe rispettare e educare, con l‘esempio, a preservare. Sempre. Berlusconi conosce e ama il mondo dell’informazione, nel quale è riuscito a fare grandi imprese e dal quale trae enormi vantaggi. Attacchi che sconfinano nell’insulto verso il giornalismo che fa scelte autonome in tema di gerarchia delle notizie e degli eventi sono parole in libertà ingiuste e inaccettabili. Se hanno lo scopo di sollecitare non dovuti “risarcimenti” politici, tutti giornalisti hanno il dovere di respingerli al mittente, con rigore e schiena dritta. Il sindacato dei giornalisti, la Fnsi, è con loro. Schierata, certo, dalla parte giusta secondo i canoni della tutela della libera informazione e del pluralismo.