Il Cdr del Tg1, in una nota, replica a critiche e accuse di parzialità della testata venute da esponenti politici, rivendica alla redazione di «fare informazione non volendo essere ostaggi né della maggioranza né dell'opposizione», definisce il modello di governance della Rai «la madre di tutti i problemi» inerenti indipendenza e autonomia del servizio pubblico, lamenta una «cornice alterata dei rapporti tra politica e informazione» e di fronte a quello che definisce un «teatrino che offende non solo i giornalisti del Tg1 ma di tutta la Rai», in materia di uso di risorse interne e di ricorso a professionalità esterne, annuncia la convocazione per la prossima settimana dell'assemblea di redazione.
Il Cdr del Tg1 afferma dunque di ritenere «irricevibili per i suoi toni intimidatori e le sue pose censorie le esternazioni seriali di un deputato dell'opposizione e segretario della Vigilanza Rai. Così come appaiono inaccettabili le accuse di parzialità mosse a questa testata da un importante esponente del governo e leader di partito riguardo al racconto fatto da questo giornale sulle elezioni europee. Siamo impegnati a fare informazione non volendo essere ostaggi né della maggioranza né dell'opposizione. Basta con esternazioni che accentuano e rendono intollerabile lo schema rovesciato della politica che vorrebbe controllare l'informazione spingendosi fino al punto di additare al pubblico ludibrio l'operato di singoli colleghi».
«La madre di tutti i problemi è e resta il modello di governance della Rai figlio di una legge sbagliata che lede profondamente il principio di indipendenza e di autonomia del Servizio pubblico radiotelevisivo. È in questa cornice alterata dei rapporti tra politica e informazione che va anche inquadrata la dichiarazione resa ieri dall'ad Salini in Vigilanza in risposta alle critiche sugli ingaggi esterni per la conduzione di Uno Mattina. Dice Salini: 'L'intenzione è valorizzare le risorse interne e ho inviato una nota ai direttori di rete in questo senso, nel rispetto dell'autonomia editoriale dei direttori di rete, che, se pensano di non trovare risorse adatte ai programmi possono rivolgersi all'esterno'. Questo significa che – visti gli sviluppi della situazione – i giornalisti interni sono inadatti a svolgere quel ruolo. Di fronte a questo teatrino che offende non solo i giornalisti del Tg1 ma di tutta la Rai, il Cdr del Tg1 risponde e risponde unitariamente convocando l'assemblea di redazione per la settimana prossima per rinsaldare un'unità professionale fatta anche di autocritica, sempre doverosa, ma chiedendo il rispetto per il lavoro dei colleghi oltre che della dignità, la storia, il prestigio e l'indipendenza della prima e più importante testata italiana», conclude il Cdr del Tg1.