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Il corrispondente Rai da Mosca Marc Innaro
Servizio pubblico 21 Mar 2022

Rai, i corrispondenti esteri: «L'azienda riprenda a informare dalla Russia»

Il flusso di notizie dalla Federazione Russa è interrotto da quasi tre settimane a seguito dell'entrata in vigore delle nuove norme bavaglio, ma con il passare dei giorni «la decisione di fermare la produzione informativa dalla sede di Mosca appare non più giustificata dai fatti», denunciano i giornalisti.

«Da quasi tre settimane l'azienda ha deciso di sospendere le corrispondenze dalla sede di Mosca. Una decisione inizialmente cautelare, dovuta all'entrata in vigore sul territorio della Federazione Russa di nuove norme che restringevano fortemente le libertà di stampa per chiunque operasse nel settore dell'informazione in lingua russa. La condanna dei corrispondenti esteri verso queste decisioni limitative delle libertà di espressione nella Federazione Russa è e resta senza riserve. Ma con il passare dei giorni la decisione aziendale di fermare la produzione informativa dalla sede di Mosca appare non più giustificata dai fatti». Lo affermano, in una nota diffusa dall'Usigrai, i corrispondenti esteri della Rai.

«Tutti i principali network internazionali hanno ripreso il flusso informativo da Mosca con i propri corrispondenti o con i propri inviati», proseguono i giornalisti, che esprimono «piena solidarietà al collega Marc Innaro e a tutti i colleghi fatti oggetto di critiche pretestuose da settori della politica e dell'editoria» e auspicano che «la Rai non ceda a pressioni improprie provenienti dall'esterno», chiedendo che «i vertici aziendali tutelino il buon nome dei propri dipendenti e che al più presto la Rai riprenda a informare dalla Russia con i suoi corrispondenti della sede di Mosca - osservatorio strategico con non mai in questo momento storico - e con i suoi inviati sul campo».

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