«Le direzioni delle tre testate di informazione generalista della Rai non possono essere un monocolore di genere. Lo scempio della lottizzazione tra correnti dei partiti, che si legge dietro le indiscrezioni sulle nomine annunciate alla Rai, potrebbe consumarsi con l'aggravante di eliminare l'unica donna direttrice di un Tg. Preoccupano infatti le voci, insistenti, che dipingono questo scenario annunciato». Lo affermano, in una nota congiunta, le Commissioni pari opportunità della Fnsi e dell'Usigrai.
«E la domanda – proseguono – sorge spontanea: perché? Perché penalizzare l'unica direttrice che ha dalla sua anche la crescita degli ascolti del Tg che dirige? Non vorremmo che proprio il suo essere donna possa indurre alla tentazione di usarla come l'unica 'pedina' amovibile. Sarebbe una scelta che non solo andrebbe contro il buon senso, ma violerebbe anche la Policy di genere che l'azienda si è data. Non sarebbe accettabile. Una prova ulteriore che la mancata riforma della Rai, non solo rischia di asservire l'informazione, ma calpesta anche meriti e professionalità sull'altare della lottizzazione correntizia».
L'auspicio, concludono Cpo Fnsi e Cpo Usigrai, è «che il rinvio della questione delle nomine in Cda faccia tramontare tentazioni di elidere dalle direzioni dei Tg l'unica donna in carica».