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Fnsi 27 Nov 2003

Rai: Cgil, Cisl e Uil con Fnsi e Usigrai "contro il silenzio informazione"

Rai: Cgil, Cisl e Uil con Fnsi e Usigrai "contro il silenzio informazione"

Rai: Cgil, Cisl e Uil con Fnsi e Usigrai "contro il silenzio informazione"

E' necessario "spezzare la pesante cappa" che grava sulla Rai che "dà una immagine servile e intimorita del servizio pubblico". Così Roberto Natale, segretario dell'Usigrai, introduce i lavori del convegno "I giornalisti della Rai contro il silenzio", organizzato dalla Federazione della Stampa con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti. Tanti i temi toccati: l'autonomia dei giornalisti, la censura, il disegno di legge Gasparri, i "molteplici rischi" che corre il pluralismo dell'informazione, dai meccanismi che regolano la presenza delle forze politiche al diritto di accesso per quelle sindacali. Gli strali si appuntano soprattutto sull'"ammiraglia" dell'informazione di servizio pubblico, il Tg1 al cui direttore Clemente Mimun va la solidarietà di tutti per l'aggressione antisemita di cui è stato oggetto. Epifani parla di una "precisa scelta del governo" che, avverte, "vuole colpire un pezzo di società che porta valori e motivazioni diverse dalle sue. Ogni governo tende a volere la massima informazione su quello che fa - afferma - ma oggi il problema è diverso perché questo esecutivo ha bisogno di una informazione sempre più funzionale alla trasmissione di una idea di paese diversa da quello che il paese davvero è e dunque tende a ridurre gli spazi di contraddittorio rendendo la parte avversa residuale nell'informazione". Per invertire la tendenza, secondo il segretario generale della Cgil, "non bastano le solidarietà esterne dei movimenti e dei girotondi. L'opinione pubblica si deve legare a chi lavora dentro la Rai e deve difendere il ruolo del servizio pubblico". Pezzotta si dice convinto che la Rai vada "destatalizzata perché la preponderanza di chi arriva al comando è sempre troppo alta. Il servizio pubblico ha bisogno di un suo ruolo e di una sua autonomia. E non è possibile - prosegue - che offra le stesse cose che offre la televisione commerciale. Deve fare di più sul piano culturale e sociale, dare una rappresentanza reale di ciò che si muove nella società italiana". La faziosità, per il segretario della Cisl non è un problema: "L’importante è che siano rappresentate tutte le faziosità". Angeletti punta il dito contro la "discriminazione" del sindacato nell'informazione di servizio pubblico. "La contesa tra noi e il governo - dice - è trattata come se fosse conflitto sociale, ma non è così, è politica. Il governo ha la possibilità di convincere che la sua opinione è meglio della nostra, una possibilità che dovremmo avere nella stessa misura e che invece ci è negata. Ci deve essere un confronto vero ed equilibrato, è l'unica certezza per riuscire a mettere in crisi un'opinione che riteniamo sbagliata, e non c'è. Se è vero come è vero che il 'bene' del governo non è la produzione, ma il consenso, negarci la parola ha lo stesso significato che avrebbe per una impresa vietare lo sciopero. L'informazione è bene pubblico per eccellenza, il possesso del bene pubblico in nome della forza ci riporta ai tempi del feudalesimo". Serve "unità e una azione corale di tutti coloro che hanno a cuore la democrazia", sottolinea il segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi e spiega: "le battaglie sociali e del mondo del lavoro e quelle contro leggi che investono il presente e il futuro dei cittadini non possono essere oscurate. Contro l'inaccettabile attacco alla libertà di satira e di informazione serve una risposta forte e unitaria, quella che sarà data con gli stati generali dell'informazione". (AGI)

@fnsisocial

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