I giudici della quarta sezione penale della Corte d'Appello di Torino hanno assolto, al termine del processo bis, il giornalista Davide Falcioni, accusato di violazione di domicilio in concorso. Per i magistrati sussiste la non punibilità per particolare tenuità del fatto.
Il cronista, difeso dall'avvocato Gianluca Vitale, il 24 agosto del 2012 stava seguendo a Torino la protesta dei No Tav che avevano fatto irruzione negli uffici di uno studio di progettazione, la Geovalsusa.
Falcioni venne poi chiamato a testimoniare in difesa dei 19 imputati, indagati per l'irruzione. Alla fine della sua deposizione gli fu comunicato che c'era un'indagine a suo carico per lo stesso reato. Secondo l'accusa non avrebbe dovuto trovarsi nell'edificio, ma avrebbe dovuto aspettare all'esterno.
Nell'aprile 2018 Falcioni venne condannato in primo grado a quattro mesi di carcere. Una sentenza che Federazione nazionale della Stampa italiana e Associazione Stampa Subalpina bollarono subito come uno «schiaffo al diritto di cronaca».
Condanna confermata in appello il 7 febbraio 2019, nonostante il sostituto procuratore generale avesse chiesto l'assoluzione per la particolare tenuità del reato, e infine annullata il 20 gennaio 2020 dalla Cassazione. «Resa giustizia al diritto di cronaca», fu in quella occasione il commento della Fnsi.