"Il festival internazionale del giornalismo si farà": Arianna Ciccone e Chris Potter hanno spiazzato tutti stamani a Perugia durante l'incontro pubblico che era stato convocato nei giorni scorsi per spiegare le ragioni della chiusura della manifestazione.
Gli ideatori ed organizzatori del festival hanno spiegato invece come andranno avanti: "Viste le reazioni di cittadini da tutta Italia e dei big del giornalismo internazionale dopo il nostro annuncio di chiusura - ha detto Ciccone - anche su loro spinta abbiamo deciso di fare una raccolta pubblica di fondi attraverso crowdfunding".
"Anche se siamo stati solo ora contattati da altre città – ha aggiunto - Perugia rimane la nostra priorità ma in questo caso rifiuteremo tutti i contributi pubblici e quello che costruiremo sarà solo con le nostre forze, del pubblico, dei giornalisti e degli sponsor". (PERUGIA, 21 OTTOBRE - ANSA)
FESTIVAL GIORNALISMO PERUGIA: DICHIARAZIONE DI MARTA CICCI, PRESIDENTE ASU
“In relazione alla discussione in corso sul Festival del giornalismo a Perugia condivido la preoccupazione per la possibile sospensione o scomparsa di una affermata e importante manifestazione, ma non riesco a vedere questo tema (e quello di un maggiore sostegno finanziario pubblico) separati dal contesto, gravissimo, della crisi del giornalismo e dell’editoria, in Italia ed in Umbria. Si somma l’effetto combinato del calo dei lettori, di quello del mercato pubblicitario, dei processi di concentrazione di quest’ultimo, dell’introduzione e dei costi di nuove tecnologie, del taglio drastico al fondo statale per l’editoria. Il panorama che si presenta, anche nella nostra regione, è drammatico. I quotidiani editi o diffusi in Umbria sono tutti in crisi, è già compromessa o a rischio la tenuta di molte emittenti radiotelevise, stenta a prendere quota o lo fa in maniera anarchica e lesiva del pluralismo il settore della nuova informazione via web o digitale. È a rischio il posto di lavoro di decine di giornalisti, mentre la speranza di molti giovani meritevoli di poter fondare su questo lavoro il loro futuro, è svanita. Dilaga, anche nel mondo del giornalismo, la pratica del precariato e della sotto retribuzione. L’informazione in Umbria rischia un generale e pesante passo indietro. Possono essere messe in discussione libertà e pluralità delle fonti. In questo contesto acquista un senso, come si è letto in alcune dichiarazioni, l’esigenza di una attenta e ponderata riflessione sull’impiego delle risorse pubbliche locali. È certo sbagliato contrapporre le cose, ma è altresì sbagliato concentrare l’attenzione e queste (scarse) risorse al solo sostegno di pur meritevoli iniziative imprenditoriali private”. 19 ottobre 2013
Marta Cicci
(Presidente ASU)