La libertà di stampa è «fondamentale per la nostra democrazia, come per qualunque democrazia»; e «quando il presidente della Repubblica promulga una legge non fa propria la legge, non la condivide, fa semplicemente il suo dovere». È quanto ha evidenziato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale, martedì 5 marzo 2024, i vertici di Casagit.
Per il capo dello Stato è stata l'occasione per tornare sul ruolo della libertà di stampa, «un elemento indispensabile della nostra democrazia, e questo carattere di indispensabilità, io ho cercato tante volte di richiamarlo e sottolinearlo», ha rimarcato, aggiungendo: «Ed è in realtà un ruolo indispensabile che sta a cuore alle istituzioni, chiamate a tutelarla ciascuno nelle proprie competenze e nei propri ambiti e, naturalmente, nelle proprie responsabilità».
Tanto che «vede nella nostra Costituzione una tutela netta, chiara, indiscutibile, a fronte della quale vi è una assunzione di responsabilità da parte dei giornalisti: la lealtà, l'indipendenza dell'informazione, la libertà di critica, nel rispetto della personalità altrui, il rispetto dei fatti».
Rivolgendosi, quindi, ai presenti nella loro «veste insopprimibile di giornalisti e quindi tramite tra istituzioni e i nostri concittadini», il capo dello Stato ha poi fatto notare che «frequentemente il presidente della Repubblica viene invocato con difformi, con diverse motivazioni. C'è chi gli si rivolge chiedendo con veemenza: 'Non firmi questa legge perché non può condividerla, perché gravemente sbagliata', oppure: 'Ha firmato quella legge e quindi l'ha condivisa, l'ha approvata, l'ha fatta propria'. Il presidente della Repubblica – ha scandito Mattarella – non firma le leggi, ne firma la promulgazione, che è una cosa ben diversa».